LETTERA APERTA ALLE PERSONE LGBTQ+ DELLA MIA PARROCCHIA

  • 11/01/2025
  • Don Gabriele

LETTERA APERTA ALLE PERSONE LGBTQ+ DELLA MIA PARROCCHIA

Come qualche anno fa scrissi una lettera aperta alle persone che avevano fatto la scelta (alcune di esse solo momentanea) del matrimonio solo civile o della semplice convivenza, ritengo ora, all’inizio di un nuovo anno, di dover scrive anche alle persone LGBTQ+ della mia parrocchia. Lo faccio animato innanzi tutto dal desiderio pastorale, in base al quale nessuno è escluso (e deve sentirsi escluso) dalla cura che la comunità cristiana rivolge indiscriminatamente a tutte le persone. Per la Chiesa non esistono infatti persone escluse a priori dall’annuncio della parola del Vangelo. Lo dice esplicitamente anche il Sinodo XIV della nostra diocesi di Lodi, laddove afferma: “Di fronte alle relazioni omosessuali, che emergono in forma sempre più visibile, non deve venire meno lo stile accogliente, che considera la persona e la sua unicità prima ancora che le sue inclinazioni o scelte di vita. Occorre dare testimonianza dell’amore di Cristo che chiama tutti a sé. Solo con questo sentimento di fraternità e con cuore aperto possiamo essere prossimi a queste storie di vita a volte molto sofferte. Siano pertanto evitate discriminazioni, linguaggi offensivi e pregiudizi. Molti coltivano il desiderio di collaborare alla vita ecclesiale: vanno accolti, nel rispetto dei percorsi personali di discernimento e accompagnamento” (cost. 363). Quindi: accoglienza e assenza di pregiudizio. Da parte mia, impegnando in tal senso anche la comunità di cui sono pastore, voglio assicurare questo stile. In secondo luogo, chiedo alle persone LGBTQ+ il contraccambio, ossia di scegliere di vivere lo stesso stile di accoglienza e di assenza di pregiudizio nei confronti della comunità cristiana, “vivendo la parrocchia” in tutte le sue dimensioni: formativa, liturgica, caritativa. Il dialogo, perché sia vero, deve avvenire tra due interlocutori. La stretta di mano, affinché si realizzi, deve comprendere due mani diverse che si incontrano. La comunità cristiana ha saputo camminare nell’affrontare queste tematiche, sarei contento di vedere che le persone LGBTQ+ della mia parrocchia hanno esse pure intrapreso un cammino di avvicinamento.

Lascio alla meditazione delle persone LGBTQ+ della mia parrocchia e di tutti i membri della comunità un passo tratto dalla lettera dei vescovi della Scandinavia, pubblicata nella quaresima del 2023, che mi sembra interessante. Scrivono questi vescovi: “Nell’ospitale fraternità della Chiesa c’è posto per tutti. La Chiesa, dice un antico testo, è “la misericordia di Dio che scende sugli uomini” (dal midrash siriaco del IV secolo “La Caverna dei Tesori”). Questa misericordia non esclude nessuno, ma stabilisce un alto ideale. L’ideale è enunciato nei comandamenti, che ci aiutano a crescere rispetto a concezioni di sé troppo anguste. Siamo chiamati a diventare donne e uomini nuovi. In tutti noi ci sono elementi caotici che vanno messi in ordine. La comunione sacramentale presuppone un consenso coerentemente vissuto alle condizioni poste dall’alleanza sigillata nel sangue di Cristo. Può accadere che le circostanze rendano impossibile a un cattolico ricevere i sacramenti per un certo periodo. Non è per questo che cessa di essere membro della Chiesa. L’esperienza d’esilio interiore abbracciato nella fede può portare a un più profondo senso di appartenenza. Nelle Scritture gli esili spesso ci rivelano questo. Ognuno di noi ha un esodo da fare, ma non camminiamo soli”. Buon Anno!

Il vostro parroco

Don Gabriele

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