Avvento 2025
Con la prima domenica di Avvento la Chiesa inizia un nuovo anno liturgico, un anno cioè durante il quale essa farà memoria della vita, della morte e risurrezione del Signore Gesù. Sono queste le tre dimensioni essenziali della nostra esistenza che si distende nel tempo: il passato, il presente, il futuro. E l’anno liturgico della Chiesa ci educa precisamente a viverle integralmente tutte e tre. Infatti l’anno liturgico è memoria di ciò che il Signore Gesù ha compiuto per la nostra salvezza; è incontro con la Sua persona, è attesa della Sua venuta alla fine della nostra vita e alla fine della storia. Memoria, incontro, attesa: sono le esperienze fondamentali che vivremo soprattutto in queste settimane di Avvento e che ci consentono di “redimere il tempo”. Gesù ci redime nel tempo, poiché Egli è Colui che era, che è, e che viene: lo stesso ieri, oggi e sempre.
La parola Avvento deriva dal latino adventus che significa “venuta” anche se, nell’accezione più diffusa, viene usata con il significato di “attesa”. Sul piano teologico, l’Avvento scandisce il tempo liturgico di preparazione al Natale in cui si ricorda la prima venuta del Figlio di Dio tra gli uomini e contemporaneamente il tempo in cui, attraverso questo ricordo, lo spirito viene guidato all’attesa della seconda venuta del Cristo alla fine dei tempi.
Il significato dell’espressione “avvento” comprende quindi anche quello di “visita”; in questo caso si tratta di una visita di Dio: Egli entra nella mia vita e vuole rivolgersi a me. Tutti facciamo esperienza, nell’esistenza quotidiana, di essere assorbiti da numerosi impegni, occupazioni e preoccupazioni, il tempo liturgico che stiamo iniziando ci invita a sostare in silenzio per capire una presenza, ossia quella del Signore nella nostra vita. E’ un invito a comprendere che i singoli eventi della giornata sono gesti che Dio ci rivolge, segni dell’attenzione che ha per ognuno di noi. Quanto spesso Dio ci fa percepire qualcosa del suo amore! L’Avvento ci invita e ci stimola a contemplare il Signore presente.
Altro elemento fondamentale di questo tempo così importante è l’attesa, attesa che è nello stesso tempo speranza. L’Avvento ci spinge a capire il senso del tempo e della storia come, come occasione favorevole per la nostra salvezza, di incontro e di relazione con il Signore. Egli aspetta solo che noi lo accogliamo con gioia e umile consapevolezza. Egli viene tra noi per spalancarci le porte della Vita, essendo Egli sempre perseverante nel suo amore.
A tal proposito così scriveva papa Benedetto XVI:«Ecco perché il Signore concede nuovo tempo all’umanità: affinché tutti possano arrivare a conoscerlo! E’ questo anche il senso di un nuovo anno liturgico che inizia e di un tempo forte che si apre: è un dono di Dio, il quale vuole nuovamente rivelarsi nel mistero di Cristo, mediante la Parola e i Sacramenti. Mediante la Chiesa vuole parlare all’umanità e salvare gli uomini di oggi. In questa prospettiva, la celebrazione dell’Avvento è la risposta della Chiesa Sposa all’iniziativa sempre nuova di Dio Sposo, "che è, che era e che viene" (Ap 1,8). All’umanità che non ha più tempo per Lui, Dio offre altro tempo, un nuovo spazio per rientrare in se stessa, per rimettersi in cammino, per ritrovare il senso della speranza».
L’Avvento è il tempo della presenza e dell’attesa ed è, in modo particolare, il tempo della gioia, di una gioia interiorizzata, per il fatto che il Verbo si è fatto carne, si è fatto bambino. Questa gioia, invisibilmente presente in noi, ci incoraggia a camminare fiduciosi.
Buon Avvento.