S. BERNARDINO 2023 – IL PARROCO SI SPIEGA
S. BERNARDINO 2023 – IL PARROCO SI SPIEGA
Qualcuno è rimasto sorpreso del fatto che il sottoscritto non abbia voluto – a differenza degli altri anni – benedire i mezzi agricoli in occasione della sfilata tenutasi il 28 maggio. Ho preso questa decisione lo scorso anno, proprio il giorno di questa kermesse, e l’ho comunicata al Consiglio Pastorale Parrocchiale a settembre 2022. E ora ne spiego il motivo.
Quando sono arrivato a Castiglione, otto anni fa, ho appreso che alla terza domenica del mese di maggio si celebrava la “Festa del Ringraziamento” che si era inserita, su suggerimento di un vicario parrocchiale (don Rino Baffi, se non vado errato), in quella che anticamente era la Fiera di San Bernardino. Pur perplesso sul fatto che si celebrasse la Festa del Ringraziamento in maggio, prima ancora del raccolto, quando essa si celebra invece in Italia a novembre, cioè dopo il raccolto, ho cercato di capire e non mi sono tirato indietro, partecipando con la benedizione dei mezzi nel corso della mattinata, dinanzi alla chiesa di San Bernardino, e con la celebrazione della Messa nella stessa chiesa alle ore 11.00. Mi sono accorto, però, che la benedizione dei mezzi si stava trasformando in un rito puramente folkloristico, che serviva sostanzialmente a motivare la conclusione della sfilata dinanzi alla chiesa di San Bernardino. Non solo, ma capitava sempre più spesso, di anno in anno, di benedire mezzi su cui stavano persone già ubriache di primo mattino, altre che addirittura bestemmiavano e altre ancora che neppure si facevano il segno della croce al momento della benedizione. Anche la celebrazione della Messa alle ore 11.00 in San Bernardino era sostanziosamente disturbata dai postumi della sfilata con rumori che rendevano difficile celebrare con decoro. I sodali dell’Associazione di San Bernardino, nonostante un incontro con essi in comune per spiegarsi, mal sopportavano la partecipazione alla Messa e si limitavano a qualche presenza e all’offerta di un cesto con i frutti della terra e del lavoro dell’uomo (un anno il cesto fu lasciato addirittura fuori della chiesa). Ma sono andato avanti dal 2016 al 2019. Nel 2020 abbiamo subito un arresto forzoso per i motivi che tutti conosciamo. Nel 2021 si è ripreso. Venendo incontro all’Associazione, che mal digeriva la Messa alle ore 11.00, si era concordata la celebrazione nel parchetto dinanzi alla chiesa di San Bernardino, alle ore 18.00. Poi, causa maltempo, la Messa venne spostata in chiesa alla stessa ora. Nel 2022 pensavo di celebrare ancora la Messa nel parchetto, ma senza neppure avvertirmi, l’Associazione ha deciso che nel parchetto di dinanzi a San Bernardino avrebbero allestito i tavoli per le consumazioni. Allora io ho celebrato la Messa alle ore 18.00 in chiesa parrocchiale: con la presenza di due – dico due – persone dell’Associazione e non molti fedeli. Come ognuno può capire la dimensione religiosa della Festa del Ringraziamento era andata del tutto perduta. Come potevo in questo contesto prestarmi ancora ad un rito che non aveva più nulla di autenticamente religioso, ma serviva a giustificare interessi di altro genere? Ed è veramente un peccato. Della Festa del Ringraziamento non resta nulla, se non il nome. Per cui è doveroso, a questo punto, che la si chiami in altro modo, perché non è tollerabile che si usi un concetto di natura religiosa per sostenere ciò che la festa è diventata, ossia una banale “festa della birra”. E non sono io a dirlo, ma addirittura alcuni tra gli stessi adolescenti. Credo inoltre che l’utilizzo di questo nome integri il profilo giuridico di sfruttamento del sentimento religioso, per interessi che esulano da esso. Ripeto: è un peccato. Si poteva conservare lo spirito originario: allora sì che aveva senso anche la benedizione dei mezzi agricoli, a patto fosse prevista la celebrazione di una grande Messa di ringraziamento per i doni della terra e della fatica dell’uomo. Poi ci stava pure il divertimento, perché la Chiesa non è mai stata contraria alla festa, anche con un buon bicchiere di vino. Che cosa è rimasto ora? Un paese assediato da centinaia di mezzi, che rendono l’aria irrespirabile (dopo tanti discorsi sull’ecologia e il paese pulito) e condizionano la vita della parrocchia anche in occasione delle sue feste più importanti. Peccato davvero, perché la voglia di aggregazione che si vive in questa giornata, così come l’impegno di tanti volontari, avrebbe potuto trovare uno sbocco differente e armonicamente arricchente per tutta la comunità: sia civile sia religiosa. Ma ogni tentativo di far prendere quota a questa festa: sia sotto il profilo religioso sia sotto quello culturale è andato perduto (anche se non smetto di sperare possa essere ripreso in un futuro). E ciò non rappresenta un bel biglietto di visita per Castiglione sul territorio.
Il vostro parroco
Don Gabriele