LA VIOLENZA CONTRO I CRISTIANI
LA VIOLENZA CONTRO I CRISTIANI
Sta crescendo sempre di più l'intolleranza verso i cristiani: nei confronti cioè di quanto costituisce la loro magna charta, vale a dire il Vangelo, e nei confronti di ciò che rappresentano, ossia un'alternativa intelligente all'insipienza del vivere, che si maschera sotto la menzogna di una libertà, che nega la libertà degli altri. È successo in modo eclatante quando, anni fa, fu impedito a papa Benedetto di parlare all'Università Sapienza di Roma. Il Papa non avrebbe tenuto un discorso " confessionale" ma filosofico, da grande intellettuale qual era. Un manipolo di professori e di studenti ha bloccato l'iniziativa. Questi sono gli stessi che ovviamente inneggiano al pluralismo, tacciando la Chiesa di oscurantismo. E la cosa è ancora più grave perché avvenuta in una Università, che per sua natura, come dice la parola, è aperta all'università del sapere. Ma anche recentemente un gruppo di studenti, che si rifà ad ideologie progressiste (dicono così sic!) ha impedito che si tenesse un convegno all'Università Statale di Milano, con urla e bestemmie, sul "diritto alla vita", promosso da un movimento cattolico. Ho citato questi due esempi, il primo di qualche anno fa, l'altro di questi giorni, limitandomi a questi, per sottolineare come il clima si stia facendo sempre più difficile. Inutile dire che chi ha compiuto questi atti si ispira ad un concetto di libertà a proprio uso e consumo, diventando intollerante nei confronti della libertà degli altri che la pensano diversamente da loro (si definiscono progressisti, ma sposano in toto il pensiero relativista, diventando perciò una contraddizione in se stessi … e non se ne rendono conto; se invece poi se ne rendono conto, sono semplicemente dei disonesti). Nulla di nuovo: Gesù aveva già previsto difficoltà e persecuzioni. Tutto ciò ci dà occasione di rendere testimonianza, ma occorre averne contezza. Il mio timore però è che anche in casa cattolica, anche nella nostra comunità, si pensi che in fondo quelli che hanno impedito a papa Benedetto di parlare e quelli che hanno interrotto il convegno sul diritto alla vita abbiano ragione. Il mio timore è questo: che si pensi che la fede cristiana sia un affare privato e perciò debba essere vissuto esclusivamente nella propria coscienza. Chi pensa così è in grave errore. Cristo, predicando il Regno, ha inteso annunciare un nuovo modo di stare al mondo. Se la fede si riducesse solo a qualcosa di "privato", se non incidesse sul tessuto sociale, sarebbe " morta". Cristo non ha inteso predicare una fede per il benessere personale, la salute psichica, per "stare bene dentro", come a volte si sente dire (o qualche volta ci capita di pensare). Cristo non è Budda con la sua idiosincrasia nei confronti del mondo. Cristo ci chiama a trasformare il mondo e a soffrire, se necessario, per questa trasformazione. In questo Avvento chiediamo una fede che senta nostalgia per il cielo e affetto per la terra da trasformare con la nostra testimonianza, soprattutto se ci costa. Altrimenti dove sta la differenza cristiana?
Il vostro parroco
Don Gabriele