ABORTO: L’INFINITA DERIVA DELL’UMANO

  • 27/06/2023
  • Don Gabriele

ABORTO: L’INFINITA DERIVA DELL’UMANO

L’Organizzazione Mondiale della Salute (OMS) ha pubblicato le linee guida per la tutela dell’aborto in cui si afferma che “la salute e i diritti sessuali e riproduttivi [tra cui l’aborto] sono fondati su una serie di diritti umani riconosciuti e garantiti dal diritto nazionale e internazionale e sono indissolubilmente legati al raggiungimento degli obiettivi della politica di salute pubblica”. Tradotto: l’aborto è una declinazione particolare del diritto fondamentale alla salute. Abortire fa bene ed è un diritto inviolabile. Tra le altre cose questo comporta, come si legge nel documento, che l’aborto non può essere considerato un reato e se viene così qualificato può “equivalere a tortura, trattamenti crudeli, disumani o degradanti”, che l’obiezione di coscienza non deve essere un ostacolo all’aborto, che occorre eliminare gli “stereotipi negativi” sull’aborto, ossia non si può criticare la pratica, che si “dovrebbero abrogare misure come i requisiti di autorizzazione di terzi (ad esempio da mariti, partner, genitori o tutori, o autorità sanitarie)” anche in relazione alle minorenni. In merito a queste ultime si ricorda che «il Relatore speciale delle Nazioni Unite sul diritto di tutti al godimento del più alto livello raggiungibile di salute fisica e mentale ha suggerito che gli Stati dovrebbero prendere in considerazione l’introduzione di “una presunzione legale di competenza che un adolescente che cerca beni o servizi sanitari preventivi o urgenti, anche per la salute sessuale e riproduttiva, abbia la capacità richiesta per accedere a tali beni e servizi”». Dunque non si deve verificare che nel concreto la minorenne sia cosciente di cosa voglia dire abortire e sia libera da costrizioni per tale scelta, bensì basta una presunzione applicabile a priori a tutte le ragazze. È poi interessante notare che l’OMS vuole che si passi da un “aborto per motivi” ad un “aborto per scelta”. Il report infatti illustra che l’aborto consentito per alcuni motivi (ad esempio motivazioni socio-economiche) oppure per il verificarsi di alcune circostanze (ad esempio aborto per stupro o incesto) è comunque un aborto vincolato. Meglio sarebbe avere l’aborto consentito sulla base della semplice volontà espressa della donna. Una prospettiva, questa, tesa alla totale liberalizzazione dell’aborto perché qualsiasi requisito per accedere alla pratica abortiva viene inteso come lesione alla salute psichica della madre. Addirittura il limite di età gestazionale dovrebbe essere eliminato secondo l’OMS: quindi sì all’aborto anche nell’imminenza del parto. Molte sarebbero le considerazioni da fare su questa autentica deriva dell’umano nella quale ciò che conta è solo la “salute e i diritti sessuali e riproduttivi”. Ma i diritti dei concepiti dove sono? Solo nel 2022 sono stati uccisi tramite l’aborto quasi 45 milioni di creature umane! Che mondo è mai questo che non tutela l’essere più indifeso, qual è un bambino nel grembo della madre? Ripeto: molte considerazioni sarebbero da fare al proposito, ma mi limito a riportare una citazione dal discorso di Madre Teresa di Calcutta, oggi santa, che tenne in occasione del conferimento del premio Nobel per la pace. Disse – senza curarsi minimamente del politicamente corretto: “Il più grande distruttore della pace è l’aborto. E noi che stiamo qui – i nostri genitori ci hanno voluti. Non saremmo qui se i nostri genitori non lo avessero fatto. I nostri bambini li vogliamo, li amiamo, ma che cosa è di milioni di loro? Tante persone sono molto, molto preoccupate per i bambini in India, per i bambini in Africa dove tanti ne muoiono, di malnutrizione, fame e così via, ma milioni muoiono deliberatamente per volere della madre. E questo è ciò che è il grande distruttore della pace oggi. Perché se una madre può uccidere il proprio stesso bambino, cosa mi impedisce di uccidere te e a te di uccidere me? Nulla”.

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