Omelia del Parroco per la Solennità della Madonna del Carmelo presso il Carmelo di Lodi

  • 16/07/2021
  • Don Gabriele

Madonna del Carmelo 2021

Omelia all’Ufficio delle Letture

La maternità e l’esemplarità di Maria

Nel cuore dell’estate ritorna questa solennità di Maria, tanto cara alle nostre sorelle monache e a tutti noi, che a questo monastero e alla sua spiritualità siamo strettamente uniti.

Questa festa non celebra uno o l’altro dei misteri di Maria, quali la sua Immacolata Concezione, il concepimento verginale, la sua Divina Maternità o la sua Assunzione. Il titolo liturgico di questa festa suona così: “Commemorazione solenne della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo”.

Essa, dunque, è tesa a celebrare il nesso interiore che esiste tra Maria e il Carmelo.

Del resto questo legame si rileva nel testo delle Costituzioni dei carmelitani sin dai primi numeri. Se guardiamo alle fonti storiche del Carmelo, la presenza mariana era asserita già nel primo gruppo degli eremiti del Carmelo, radunato attorno al santuario dedicato sulla montagna a Maria.

L’elemento mariano penetra intimamente la vita del Carmelo sotto due angolature: la maternità spirituale e l’esemplarità. Maria, cioè è madre e patrona dell’Ordine; Maria è la sorella maggiore, colei che precede la carmelitana nel cammino di consacrazione al Signore e ne rappresenta l’esempio da imitare.

Ciò è pensabile e possibile solo se resta inalterato il centro della nostra fede. E non sembri superfluo ricordarlo: solo perché Cristo è risorto, Maria non resta nel passato; solo perché Cristo è risorto, Maria può continuare la sua maternità; solo perché Cristo è risorto l’esemplarità di Maria non è l’algida imitazione di una eroina del passato, ma l’interiore cammino condotto amorevolmente dalla sua presenza.

Così è il mistero pasquale che fonda anche l’autentica mariologia e la pratica di vivere in compagnia di Maria la propria vita di consacrazione.

Vedere attraverso lo sguardo di Maria

Entrando così in comunione con Maria, cerchiamo di osservare la sua vita dentro la trama degli eventi che il Vangelo ci consegna.

Questa sera vorrei con voi osservare dove cade lo sguardo di Maria, per imparare a vedere con “gli occhi del cuore” di questa Donna.

- Lo sguardo di Maria cade sull’angelo Gabriele, che viene da parte dell’umiltà di Dio a domandarle un “sì”, che le avrebbe rivoluzionato la vita. Ed è uno sguardo di stupore, che troverà un po’ più tardi, durante la visita ad Elisabetta, le parole per esprimersi: “Egli ha guardato all’umiltà della sua serva”.

- Lo sguardo di Maria cade poi su Giuseppe, il suo promesso sposo. E’ uno sguardo di trepidazione – capirà? – e poi di tenera riconoscenza, e anche di umile fierezza: sì, aveva scelto l’uomo giusto, al punto tale che anche la Scrittura tale lo definisce

- Lo sguardo di Maria cade in seguito su Elisabetta, che porta in grembo Giovanni, ed è uno sguardo pieno di memoria: sì, Dio è fedele, lui che tesse i fili della prima alleanza con una nuova e definitiva. E questa tessitura origina l’arazzo del Magnificat.

- E anche sul proprio grembo cade lo sguardo di Maria: vede che la vita cresce dentro di lei. Ed è uno sguardo rassicurante: le parole dell’angelo erano vere

- Lo sguardo di Maria cade sulla grotta in cui lei è Giuseppe si devono riparare nell’imminenza del Natale, perché per loro “non c’era posto nell’albergo”. Ed è uno sguardo premonitore: quel Figlio, il Messia atteso dal popolo, comincia già ad essere rifiutato.

- Lo sguardo di Maria ora si concentra sul Bambino: è uno sguardo fatto tutto tenerezza e adorazione; è uno sguardo che cerca quello di Giuseppe, affinché si unisca a lei in quello sguardo in cui due creature, per la prima volta da che mondo è mondo, vede l’impensabile: Dio fatto uomo

- Lo sguardo di Maria cade ora sui pastori, che accorrono alla grotta. E’ uno sguardo di gratitudine, perché sono essi la corte del Re che è nato.

- Lo sguardo di Maria cade sui Magi e suoi loro doni: è uno sguardo penetrante, che legge in questi uomini e nei loro doni la prima espropriazione di suo Figlio: egli è per tutti gli uomini, non è solo per lei.

- Lo sguardo di Maria cade su Simeone, su questo vecchio che predice luce, gloria e spada ed è uno sguardo un po’ smarrito, come sarà lo sguardo di quando vedrà Gesù adolescente nel tempio. Quanto è bello questo sguardo un po’ smarrito di Maria, che intercetta così anche i nostri tanti sguardi smarriti e ci dice che lo smarrimento di può stemperare nel meditare e conservare nel cuore “tutte queste cose”

- Lo sguardo di Maria cade su Gesù che cresce in “sapienza, età e grazia” ed è uno sguardo santamente orgoglioso. Chissà quante volte lo avrà contemplato mentre lo metteva a letto, mentre lo imboccava, mentre lavorava con Giuseppe, mentre giocava con i suoi amici, mentre leggeva la Scrittura, mentre, andava in sinagoga …

- Lo sguardo di Maria cade su Gesù che la saluta, che lascia Nazareth. Ed è uno sguardo di apprensione, mitigato dalla fiducia in Dio.

- Lo sguardo di Maria cade su una festa di nozze senza più vino: è uno sguardo di sollecitudine, che sa dove trovare il “vino buono” e lo trova

- Lo sguardo di Maria cade sul Figlio che annuncia il Regno e anche se i suoi lo ritengono fuori di sé, ed è uno sguardo profetico: ella sa che Egli sta già oltre le basse misure cui spesso si resta ancorati. Ma non può reprimere un fremito di presentimento

- Lo sguardo di Maria cade sul suo Figlio “reso tutto una piaga” ed è uno sguardo colmo di dolore, come solo il suo poteva essere, e di misericordia. Vorrebbe correre ad aiutarlo, come quando faceva quando era bambino e gli capitava di cadere, ma non può. E così sente la fitta della spada predetta da Simeone, che le entra nelle viscere e la rende la Misericordiosa.

- Lo sguardo di Maria ora è fisso su suo Figlio appeso alla croce: è uno sguardo straziato, che avverte come il suo essere lì la chiami ad una partecipazione, che sola può rendere fecondo tutto quel dolore che lei prova: e così, mentre Cristo redime l’umanità, ella partecipa in modo unico al mistero della redenzione.

- Lo sguardo di Maria si posa sul corpo del Figlio che le hanno messo in grembo: tutto è compiuto e i suoi occhi adorano quelle piaghe dalle quali “siamo stati salvati”. Ed è uno sguardo penetrante, che guarda il futuro, uno sguardo che sostiene una speranza, che la fede le tiene accesa negli occhi.

- E così, la mattina di Pasqua, gli occhi di Maria, la Madre, contemplano il suo Figlio risorto. Lo contemplano a lungo, perché, come dice la S. Madre Teresa, Gesù si è intrattenuto per lungo tempo con Maria dopo la risurrezione, per consolarla. E’ uno sguardo colmo di pace, perché Dio non lascia deluse le nostre attese. E mentre il suo sguardo segue il suo Figlio che sale al cielo, pregusta il momento del ricongiungimento definitivo.

- Ma c’è ancora bisogno di lei, del suo sguardo di Madre su questa creatura che sta nascendo, la Chiesa. Ed Ella è lì prima e dopo Pentecoste con lo sguardo rassicurante di chi ripete: “Bisogna solo continuare ad avere fede”.

- E poi c’è il suo sguardo colmo di gloria, quando, assunta in cielo, vede la Trinità e viene accolta nel suo seno, perché dopo Cristo vengono quelli che sono di Cristo e lei è la prima.

- E ora lo sguardo di Maria si posa sulla Chiesa e su tutti noi, come protezione e difesa.

Ora Ella ci tira nel suo sguardo perché possiamo guardare il suo Figlio, la Chiesa e il mondo come li vede lei: restiamo in questo sguardo per restare nella beatitudine della fede.

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