Omelia del parroco - Notte di Natale 2017

  • 25/12/2017
  • Don Gabriele

Natale 2017

Messa della Notte

Castiglione d’Adda

Rallegriamoci tutti nel Signore,

perché è nato nel mondo il Salvatore.

Oggi la vera pace è scesa a noi dal cielo.

Cari fratelli e sorelle, sono queste le prime parole dalla Liturgia di questa Notte Santa, nella quale viene riattualizzato per noi, da Cristo morto e risorto vivente glorioso presso il Padre, il mistero della sua nascita sulla terra. Vien subito da rivolgerci al Padre e, rubando le parole del preconio pasquale, esclamare: O immensità del tuo amore per noi! O inestimabile segno di bontà! Per riscattare lo schiavo hai sacrificato il tuo Figlio. Il sacrificio del Signore, iniziato il giorno dell’Annunciazione, quando dopo il “sì” di Maria ha cominciato a formarsi nel suo grembo come ogni altro bambino, si manifesta oggi in maniera già inequivocabile, in attesa di consumarsi sull’altare della croce. Così Gesù inaugura un nuovo genere di sacrificio esclamando: Sacrificio è offerta non gradisci; un corpo, invece, mi hai preparato. Ecco, io vengo, Signore, per fare la tua volontà! Davvero in questa notte si compie ciò che il Signore ci ha insegnato nella preghiera del Padre nostro: Sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra. In terra, il Verbo incarnato compie la volontà del Padre. Ed è per questa volontà, come insegna la lettera agli Ebrei, che noi siamo salvati: attraverso l’offerta del corpo di Cristo fatta una volta per tutte.

Chiediamoci: ma qual è il cuore di questo nuovo sacrificio? Qual è la sua spinta interiore e la sua profonda motivazione? E’ l’amore. In Gesù Bambino posto nella mangiatoia noi vediamo e capiamo che cosa è l’amore. Con gli occhi del cuore che contemplano Gesù Bambino riascoltiamo quel che ha scritto S. Paolo sulla carità: L’amore è paziente, è benigno l’amore; non è invidioso l’amore, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dellingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. O Gesù, in questa notte rischiarata dalla tua luce, insegnaci che senza amore non si può piacere a Dio. Insegnaci che solo l’amore è la via della conoscenza e che è amando che noi possiamo avere accesso alle ragioni della fede. Gli angeli hanno detto ai pastori: Troverete. Noi, o Gesù, siamo degli eterni cercatori. Continuiamo a cercare, anche se a volte non sappiamo neppure che cosa cerchiamo. Un po’ di pace, un po’ di serenità, un po’ di senso, un po’ di amore. Tramite gli angeli, questa notte ci dici: Troverete. Ci viene fatta cioè una promessa: Voi che cercate troverete! Ma che cosa troviamo? Un bambino avvolto in fasce che giace in una mangiatoia. E’ questo il termine della nostra ricerca? Sì! Ci si può lasciar tentare dalla insoddisfazione se non addirittura dalla sazietà di una vicenda narrata ogni anno. Eppure, anche quelli che tra noi sono qui solo per tradizione o perché spinti da altri, intuiscono, magari un po’ confusamente, che in questo Bambino è insita una promessa di vita buona, di una vita diversa, di un’innocenza, di un amore per il bene e per la giustizia che ci sono gratuitamente offerti solo che noi apriamo il cuore. Voi che cercate troverete! Troverete Lui che vi ha tanto cercati fino a diventare un bambino, come ciascuno di noi lo è stato, per ricordarci che ciascuno di noi, ogni uomo e ogni donna, è stato creato ad immagine di Dio. Come ci ha detto una volta il papa Benedetto, citando S. Ireneo: l’uomo non vede Dio, non può vederlo, e così è nel buio sulla verità, su se stesso. Ma l’uomo che non può vedere Dio, può vedere Gesù. E così vede Dio, così comincia a vedere la verità, così comincia a vivere. O Gesù, in questa santa notte della tua nuova nascita ci mostri il vero volto di Dio, ce lo fai trovare: Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna! Noi ti troviamo perché ti sei dato. E non hai più ritirato l’offerta: donato per sempre. Che cosa troviamo? Noi troviamo Dio! Gridava piangendo l’Innominato al cardinale Federigo Borromeo nella sua disperazione: Dio, Dio, se lo vedessi, se lo sentissi! Noi questa notte ci diciamo: Ecco Dio. In questo Bambino noi lo abbiamo trovato! Non ci spaventa, non ci minaccia, non ci annienta con il suo splendore e la sua forza. E’ un Dio che si è fatto tutto tenerezza, perché non fuggiamo da lui, perché lo conosciamo per quello che egli è, perché lo amiamo, perché lo imitiamo. Dio si fa trovare nel gesto di donarsi. Non devi scalare le montagne, non devi andare al di là del mare per raggiungerlo, devi solo accogliere. A Dio che si dona in Gesù Bambino si apre il cuore e lo si accoglie. Ecco, ora egli è con te. Egli porta con sé il suo dono, cioè se stesso. Ecco, il tuo cuore contiene Colui che i cieli dei cieli non possono contenere. Egli riempie tutto lo spazio del tuo cuore così che il tuo cuore e lui sono quasi una cosa sola. Trasformato così il tuo cuore dalla sua divina presenza, tu lo puoi ricambiare: cioè lo puoi riamare. Ecco, allora, che trovando lui hai ritrovato te stesso. Dio veramente grande, Dio veramente buono, diciamo anche noi con l’Innominato perdonato.

Egli riempiendoti il cuore te lo ha riempito anche di pace. E il cuore pieno di Lui e pieno di pace diventa un cuore che si dona anche agli altri e costruisce la pace intorno a sé.

Ed è con questa pace, che posso farvi gli auguri di Natale.

Buon Natale ai miei fratelli sacerdoti, che con me portano la gioia e la responsabilità del ministero.

Buon Natale a tutte le famiglie: quelle serene, quelle provate, quelle ferite.

Buon Natale agli sposati civilmente e ai conviventi, perché compiano un passo sincero verso la consacrazione del loro amore davanti al cielo, alla terra e ai loro figli.

Buon Natale ai divorziati risposati, affinché intraprendano un sincero cammino di discernimento sulla loro condizione, aprendosi alle sorprese che l’amore di Dio riserva anche a loro.

Buon Natale ai giovani, pregandoli di non vederci mai come nemici della loro felicità, ma come collaboratori della loro gioia.

Buon Natale agli adolescenti, perché si aprano alla vita ricordando che anche Gesù è stato adolescente e – se lo vogliono – lo possono prendere come modello.

Buon Natale ai bambini, perché Gesù ha voluto identificarsi con loro.

Buon Natale a chi si trova nella sofferenza fisica o morale, affinché sappia che in ogni situazione, anche quella più difficile, non manca mai qualche risorsa: cerchiamola!

Buon Natale a chi vive in ristrettezze economiche, a chi ha perso il lavoro, affinché non si dia per vinto e possa sperimentale la solidarietà e l’aiuto dei fratelli.

Buon Natale a chi viene in chiesa solo a Natale, affinché senta il richiamo ad una vita di fede e di comunità più intensa.

Buon Natale alle istituzioni del nostro borgo, primo fra tutte il comune, perché trovino nel mistero della condivisione di Betlemme il motore del loro impegno sociale.

Buon Natale a coloro che non credono in Cristo, perché si aprano al mistero dell’amore che Egli ci rivela.

Buon Natale a coloro che non credono in Dio, perché lo ascoltino quando in tante maniere bussa al loro cuore.

Buon Natale a chi ci considera nemici, mentre noi non smetteremo di considerarli fratelli.

Buon Natale a chi ostacola la pace, a chi è roso dall’odio, perché senta nel cuore gli angeli che annunciano la pace anche a lui.

Buon Natale, fratelli e sorelle, e permettete che aggiunga, per l’affetto che vi porto, figli e figlie!

Buon Natale, che ora nella partecipazione alla divina Eucaristia diventa così vero da porre Gesù nella mangiatoia del nostro cuore!

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