TORNARE AD EDUCARE. TORNARE ALLE REGOLE.

  • 14/09/2024
  • Don Gabriele

TORNARE AD EDUCARE. TORNARE ALLE REGOLE.

Ciò che è successo in queste settimane e ciò che si è verificato anche a Castiglione pone il serio problema dell’educazione. Educazione dell’umano, che sembra regredire, come dicevo domenica, a fronte di un inarrestabile sviluppo della tecnica. Il problema è proprio qui: che il progresso tecnico e l’umano si sono ono sganciati. Come scriveva Susanna Tamaro su Il Corriere di qualche giorno fa: “I tragici e immotivati omicidi degli ultimi giorni non sono che la punta di un iceberg di un gravissimo malessere che si preferisce ignorare. Se le sorti fossero davvero magnifiche e progressive, la vita delle giovani generazioni sarebbe segnata dalla costruttività e dalla sfida di mettersi alla prova. Mentre ora assistiamo esattamente al contrario. Passività, autolesionismo, alcolismo, uso spregiudicato degli stupefacenti, forza del branco come identità individuale. Ma se un bambino e un ragazzo non ha avuto altro nutrimento che la rete e dunque, a dieci anni di età, ha già assistito a un numero incredibile di omicidi, sparatorie, atti efferati come si può essere così leggeri da pensare che il cervello non assorba e rielabori costantemente questi contenuti? Il cervello infatti non è molto diverso da una spugna, assorbe e quando si spreme, se non è stata fatta un’opera di contenimento, esce ciò che ha assorbito. E allora torniamo al solito perfino noioso argomento. Il culto del bambino perfetto. Perché è questo lo straordinario salto indietro che è stato fatto dalla società postmoderna. Il bambino nasce perfetto e a noi, suoi devoti, non rimane che contemplare estasiati la sua perfezione. La griglia etica dell’essere umano dunque è stata sollevata: liberi tutti perché il male non esiste e non dobbiamo fare nessuno sforzo per contrastare queste oscure e ataviche pulsioni che vivono costantemente dentro di noi. Un tempo la società, la scuola, la famiglia erano consapevoli che i difetti dei bambini andavano corretti e che educare voleva dire privilegiare le virtù davanti all’indolenza dei vizi. E questo per un fatto molto semplice, perché a differenza delle altre specie di mammiferi che popolano la terra, e che non hanno turbamenti perché l’istinto li conduce per una strada senza deviazioni, gli esseri umani sono portatori di una grande e anche oscura complessità e il momento in cui ci si scorda di questo abbiamo già fatto un passo verso il baratro. Baratro individuale e baratro di una società che si rifiuta di vedere l’abisso davanti a sé”. (Continua sul prossimo numero).

Il vostro parroco

Don Gabriele

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