Omelia del Parroco alla Messa del 31 dicembre 2015 con canto del Te Deum

  • 03/01/2016
  • Don Gabriele

1. In questa sera del 31 dicembre si incrociano due diverse prospettive: una è legata alla fine dell’anno civile, l’altra alla solennità liturgica di Maria Santissima Madre di Dio, che conclude l’ottava del Santo Natale. Il primo evento è comune a tutti, il secondo è proprio dei credenti. Il loro incrociarsi conferisce a questa celebrazione vespertina un carattere singolare, in un particolare clima spirituale che invita alla riflessione.

Il primo tema, molto suggestivo, è quello collegato con la dimensione del tempo. Nelle ultime ore di ogni anno solare assistiamo al ripetersi di taluni "riti" mondani che, nell’attuale contesto, sono prevalentemente improntati al divertimento, vissuto spesso come evasione dalla realtà, quasi ad esorcizzarne gli aspetti negativi e a propiziare improbabili fortune. Quanto diverso deve essere l’atteggiamento della Comunità cristiana! La Chiesa è chiamata a vivere queste ore facendo propri i sentimenti della Vergine Maria. Insieme a Lei è invitata a tenere lo sguardo fisso sul Bambino Gesù, nuovo Sole apparso all’orizzonte dell’umanità e, confortata dalla sua luce, a premurarsi di presentargli "le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono" (Conc. Vat. II, Cost. Gaudium et spes, 1).

Si confrontano dunque due diverse valutazioni della dimensione "tempo", una quantitativa e l’altra qualitativa. Da una parte, il ciclo solare con i suoi ritmi; dall’altra, quella che san Paolo chiama la "pienezza del tempo" (Gal 4,4), cioè il momento culminante della storia dell’universo e del genere umano, quando il Figlio di Dio nacque nel mondo. La venuta del Messia, preannunziata dai Profeti, è l’avvenimento qualitativamente più importante di tutta la storia, alla quale conferisce il suo senso ultimo e pieno. Non sono le coordinate storico-politiche a condizionare le scelte di Dio, ma, al contrario, è l’avvenimento dell’Incarnazione a "riempire" di valore e di significato la storia. Gesù Cristo non ha riempito il tempo riversandosi in esso dall’alto, ma "dall’interno", facendosi piccolo seme per condurre l’umanità fino alla sua piena maturazione. Questo stile di Dio ha fatto sì che ci sia voluto un lungo tempo di preparazione per giungere da Abramo a Gesù Cristo, e che dopo la venuta del Messia la storia non sia finita, ma abbia continuato il suo corso, apparentemente uguale, in realtà ormai visitata da Dio e orientata verso la seconda e definitiva venuta del Signore, alla fine dei tempi. Di tutto ciò è simbolo reale, potremmo dire è sacramento la Maternità di Maria, che è al tempo stesso un evento umano e divino.

Nel brano della Lettera ai Galati, che poco fa abbiamo ascoltato, san Paolo afferma: "Dio mandò il suo Figlio, nato da donna" (Gal 4,4). In questa espressione si trova condensata la verità fondamentale su Gesù come Persona divina che ha pienamente assunto la nostra natura umana. Egli è il Figlio di Dio, è generato da Lui, e al tempo stesso è figlio di una donna, Maria. Viene da lei. E’ da Dio e da Maria. Per questo la Madre di Gesù si può e si deve chiamare Madre di Dio, che in greco suona Theotókos. Ogni volta che recitiamo l’Ave Maria, ci rivolgiamo alla Vergine con questo titolo, supplicandola di pregare "per noi peccatori".

2. Al termine di un anno, sentiamo il bisogno di invocare in modo tutto speciale la materna intercessione di Maria Santissima per il nostro borgo, per l’Italia, per l’Europa e per il mondo intero.

L’anno che si conclude ha registrato momenti lieti e tristi tanto nel mondo e nella Chiesa quanto nelle nostre famiglie e nella nostra parrocchia.

Il mondo è inquieto a causa delle guerre e delle tensioni che il Papa ha menzionato una per una nel messaggio di Natale Urbi et Orbi.

La Chiesa universale ha vissuto momenti ricchi di grazia, come il sinodo sulla Famiglia, ma anche forti momenti di prova, sui quali ho avuto modo di spendere qualche parola su più di un notiziario parrocchiale settimanale. Ora sta vivendo con grande speranza l’anno giubilare della misericordia, inaugurato l’8 dicembre. Alla parrocchia propongo il pellegrinaggio a Roma, col Vescovo, nei giorni 8 / 11 settembre 2016. Il 13 dicembre il Vescovo ha aperto la porta della Misericordia nella nostra diocesi con un concorso straordinario di popolo. Vi rendo noto che anche la nostra parrocchia si recherà in pellegrinaggio a Lodi, per attraversare la porta Santa, il 3 aprile 2016, alle ore 15.30, domenica della Divina Misericordia, con partenza da San Filippo fino alla cattedrale. Mi aspetto una forte partecipazione da parte della nostra comunità in tutte le sue componenti.

Nell’anno che oggi si conclude, sono rinati in Cristo, attraverso il sacramento del Battesimo, 21 bambini e un ragazzino.

Si sono uniti in matrimonio 7 coppie.

Sono tornati alla casa del Padre settanta fratelli e sorelle, fra cui mons. Francesco Pavesi.

E’ stata introdotta la S. Messa per i ragazzi e le famiglie, ogni domenica alle 9.45, con un buon risultato, ma c’è ancora molto da fare per coinvolgere i genitori; a tal scopo renderò manifesto fra breve, dapprima al consiglio pastorale, un progetto che ho in mente.

Si sta avviando un “centro di ascolto”, in sinergia con la caritas parrocchiale, dove le persone in difficoltà potranno incontrare dei volontari preparati per ascoltarle e accompagnarle nella ricerca di soluzioni ai propri problemi.

Si è ripresa la distribuzione del notiziario parrocchiale settimanale ed è stato inaugurato il nuovo periodico denominato “Chronicon”; è stato inaugurato anche il sito parrocchiale, che necessita di ulteriori arricchimenti e che vi invito non solo a visitare, ma anche ad interagire tramite esso.

E’ stato dato un nuovo impulso alla vita dell’oratorio, che può contare su un buon numero di giovanissimi. C’è ancora molto da fare per rendere l’oratorio una scuola di vita. In questo potrà aiutare il progetto di pastorale giovanile, con risvolti anche molto concreti, in sinergia con le due società sportive, la cui elaborazione non può più aspettare.

Si è fatta la scelta di sostenere senza indugi la scuola materna parrocchiale, al cui scopo educativo la parrocchia crede.

Per quel che concerne l’aspetto amministrativo, vi rendo noto che il debito residuo che la parrocchia ha nei confronti di banche e privati ammonta alla data odierna ad Euro 472.521,19. Ringrazio di cuore per le offerte pervenute attraverso le buste di Natale, che hanno raggiunto la cifra di 6.000,00 Euro.

Ci sono alcune strutture parrocchiali che necessitano di interventi, segnatamente l’immobile addossato alla chiesa dell’Incoronata e il campanile dell’Annunciata. Rimane aperta ancora qualche situazione complessa e dolorosa, che con l’aiuto di San Giuseppe si spera di risolvere. Ci sarebbe anche il meraviglioso organo a canne di questa parrocchiale da restaurare: ma, per ora, il suo recupero appartiene alla categoria dei sogni, a meno che istituzioni, fondazioni e appassionati non pensino di “fare l’impresa”.

3. Terminando, a Maria, che è la Madre della Misericordia incarnata, affidiamo soprattutto le situazioni nelle quali solo la grazia del Signore può recare pace, conforto, giustizia. "Nulla è impossibile a Dio" (Lc 1,37), si sentì dire la Vergine dall’Angelo che le annunciava la sua divina maternità. Maria credette, e per questo è beata (cfr Lc 1,45). Ciò che è impossibile all’uomo, diventa possibile per chi crede (cfr Mc 9,23). Perciò, mentre si chiude il 2015 e si intravede già l’alba del 2016, domandiamo alla Madre di Dio che ci ottenga il dono di una fede matura: una fede che vorremmo assomigliasse per quanto possibile alla sua, una fede limpida, genuina, umile e al tempo stesso coraggiosa, intrisa di speranza e di entusiasmo per il Regno di Dio, una fede scevra di ogni fatalismo e tutta protesa a cooperare in piena e gioiosa obbedienza alla divina volontà, nell’assoluta certezza che Dio non vuole altro che amore e vita, sempre e per tutti.

L’Eucaristia che ora celebriamo, in cui, come ho avuto modo di dire recentemente, ringraziamo in anticipo per ciò che il Signore ci dirà, faccia salire a Dio l’inno di ringraziamento, che prolungheremo, dopo la comunione, col canto del Te Deum.

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