L’IGNORANZA

  • 16/12/2017
  • Don Gabriele

L’IGNORANZA

Cari fratelli e sorelle, uno dei più grossi ostacoli ad accettare il messaggio evangelico è l’ignoranza. San Bernardo, nell’omelia 38 sul Cantico dei Cantici, a proposito dell’ignoranza di coloro che non si convertono, scrive parole intensissime: “L'apostolo Paolo dice: « Alcuni dimostrano di non conoscere Dio » (1Cor 15,34). Io dico che si trovano in questa ignoranza tutti coloro che non vogliono convertirsi a Dio. Essi, infatti, rifiutano questa conversione per il solo fatto che immaginano solenne e severo quel Dio che è infinita dolcezza; immaginano duro ed implacabile colui che è infinita misericordia; credono violento e terribile colui che desidera soltanto adorazione. E così l'empio mente a se stesso fabbricandosi un idolo, invece di conoscere Dio quale è veramente. Cosa temono queste persone di poca fede? Che Dio non voglia perdonare loro i peccati? Ma egli li ha inchiodati alla croce con le proprie mani. Cos'altro temono, allora? Di essere a loro volta deboli e vulnerabili? Ma egli conosce bene l'argilla dalla quale ci ha tratti. E dunque, di che cosa hanno paura? Di essere troppo avvezzi al male per poter sciogliere le catene dell'abitudine? Ma il Signore ha liberato coloro che erano prigionieri (Sal 145,7). Temono dunque che Dio, irritato dall'immensità delle loro colpe, esiti a tendere loro una mano caritatevole? Eppure, dove abbonda il peccato sovrabbonda la grazia (Rm 5,20). Forse la preoccupazione per il vestiario, il cibo o le altre necessità della vita impedisce loro di abbandonare i propri beni? Ma Dio sa che noi abbiamo bisogno di tutte queste cose (Mt 6,32). Cosa vogliono di più? Che cosa ostacola la loro salvezza? Proprio il fatto che ignorano Dio, che non credono alle nostre parole. Abbiano dunque fiducia nell'esperienza altrui!”. Fin qui San Bernardo. Ma c’è anche un altro genere di ignoranza: quello determinato dalla superbia. Ci sono giovani e adulti nella nostra parrocchia, i quali – illudendosi – pensano di non aver bisogno di Dio, di Cristo, della Chiesa. E il Signore buono continua a colmarli di doni … Altri poi, per giustificarsi, si appellano ai cattivi esempi di qualche uomo di Chiesa: ma sanno perfettamente che è una scusa per continuare nel proprio disimpegno. Anche questa è ignoranza. Altri poi vivono come “amebe”: senza ideali, senza progetti, senza passioni: lavorare, guadagnare, per poi spendere nel fine settimana. Anche questa è terribile ignoranza. Quel che soprattutto preoccupa è l’ignoranza nelle nuove generazioni perché le porta all’incapacità di comprendere la storia e di sentirsi eredi della tradizione che ha modellato la vita, la società, l’arte e la cultura europea. Una spina nel cuore è rappresentata dal gruppetto di adolescenti che – nonostante la disponibilità del parroco a parlare con loro – ha abbandonato tutto: catechesi, Messa, confessione; hanno un alibi, ma sanno benissimo che è una scusa … A Natale noi vorremo fare giungere una parola di affetto a tutti costoro; una parola di invito; una parola di incoraggiamento. Venite anche voi a celebrare con noi la nascita del Figlio di Dio: Egli non vi toglie nulla, nulla! Smettete di corrompervi dietro le passioni ingannatrici o di vivere nella più terribile superficialità la vostra unica vita! Da parte nostra, cerchiamo di testimoniare umilmente la fortuna e la grazia di essere stati raggiunti da Cristo, che ha dato senso al nostro vivere, al nostro lavoro, al nostro impegno, al nostro servizio. Non smettiamo di testimoniare con umiltà la bellezza della conoscenza che nasce dall’incontro con Cristo: conoscenza di Dio, dell’uomo, della storia, del nostro destino eterno.

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