“SPADE SARANNO SGUAINATE PER DIMOSTRARE CHE LE FOGLIE SONO VERDI IN ESTATE”
“SPADE SARANNO SGUAINATE PER DIMOSTRARE CHE LE FOGLIE SONO VERDI IN ESTATE”
“Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate”, profetizzava G.K.Chesterton già nei primi decenni del secolo scorso. Questo aforisma – al di là dell’aspetto che subito qualcuno dichiarerà guerrafondaio – tratteggia tragicamente la condizione di molti cattolici oggi. La rinuncia alla verità. Perché è ovvio, finché segui il cammino del pensiero mondano non ti succede nulla, anzi, ti fanno gli applausi (“come è moderno lei”; “come sa capire i tempi che corrono”; “come è misericordioso” e via dicendo), ma se solo cerchi di dire la verità, le pietre sono pronte. L’altro giorno il Papa, nel corso dell’udienza generale del mercoledì (10 aprile) ha detto: “Un cristiano senza coraggio, che non piega al bene la propria forza, che non dà fastidio a nessuno, è un cristiano inutile. Pensiamo a questo! Gesù non è un Dio diafano e asettico, che non conosce le emozioni umane. Al contrario. Davanti alla morte dell’amico Lazzaro scoppia in pianto; e in certe sue espressioni traspare il suo animo appassionato, come quando dice: «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso!» (Lc 12,49); e davanti al commercio nel tempio ha reagito con forza (cfr Mt 21,12-13). Gesù aveva passione”. La passione per la verità deve contraddistinguere la nostra testimonianza cristiana. Pensiamo a questo proliferare continuo di diritti, accarezzati dal parlamento Europeo, che legalizza – sanzionando di riscontro penalmente ogni presa di posizione alternativa – molte istanze che non hanno alcuna legittimità antropologica … Al proposito, un recentissimo intervento della Santa Sede sulla dignità umana (Dignitas infinita, dell’8 aprile 2024) ha asserito: “Il concetto di dignità umana, a volte, viene usato in modo abusivo anche per giustificare una moltiplicazione arbitraria di nuovi diritti, molti dei quali spesso in contrasto con quelli originalmente definiti e non di rado posti in contrasto con il diritto fondamentale della vita, come se si dovesse garantire la capacità di esprimere e di realizzare ogni preferenza individuale o desiderio soggettivo”. L’uomo è “capace” della verità. La tragedia del nostro tempo, soprattutto nell’Occidente e in modo particolare in Europa, è proprio la rinuncia a riconoscere la verità oggettiva, cosicché ogni opinione rischia di essere elevata a livello di verità. L’assioma di Chesterston sopra menzionato, ossia “Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate”, sta proprio ad indicare come la verità sarà stravolta. La citazione di questo scrittore cattolico, convertitosi dall’anglicanesimo, sottolinea che questo stravolgimento rappresenta una malattia della ragione. Scrive infatti nell’incipit di una sua opera (Eretici): “La grande marcia della distruzione intellettuale proseguirà. Tutto sarà negato. Tutto diventerà un credo. È una posizione ragionevole negare le pietre della strada; diventerà un dogma religioso riaffermarle. (…). Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate. Noi ci ritroveremo a difendere non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Combatteremo per i prodigi visibili come se fossero invisibili. Guarderemo l’erba e i cieli impossibili con uno strano coraggio. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto”. Per i cattolici veri è il tempo della fortezza. A tal proposito, sempre dell’udienza generale sopra citata, il Papa ha detto: “La fortezza è una virtù fondamentale perché prende sul serio la sfida del male nel mondo. Qualcuno finge che esso non esista, che tutto vada bene, che la volontà umana non sia talvolta cieca, che nella storia non si dibattano forze oscure portatrici di morte. Ma basta sfogliare un libro di storia, o purtroppo anche i giornali, per scoprire le nefandezze di cui siamo un po’ vittime e un po’ protagonisti: guerre, violenze, schiavitù, oppressione dei poveri, ferite mai sanate che ancora sanguinano. La virtù della fortezza ci fa reagire e gridare un “no”, un “no” secco a tutto questo. Nel nostro confortevole Occidente, che ha un po’ annacquato tutto, che ha trasformato il cammino di perfezione in un semplice sviluppo organico, che non ha bisogno di lotte perché tutto gli appare uguale, avvertiamo talvolta una sana nostalgia dei profeti. Ma sono molto rare le persone scomode e visionarie. C’è bisogno di qualcuno che ci scalzi dal posto soffice in cui ci siamo adagiati e ci faccia ripetere in maniera risoluta il nostro “no” al male e a tutto ciò che conduce all’indifferenza. “No” al male e “no” all’indifferenza; “sì” al cammino, al cammino che ci fa progredire, e per questo bisogna lottare”.
Il vostro parroco
Don Gabriele