LA FRANCIA, L’ABORTO E LA NEMESI STORICA

  • 08/03/2024
  • Don Gabriele

LA FRANCIA, L’ABORTO E LA NEMESI STORICA

La Francia di Macron sta dunque per diventare il primo Paese in Europa, ma anche nel mondo, a inserire l’aborto, cioè la liberalizzazione dell’omicidio dell’innocente, nella propria Costituzione. Ma è anche, per bocca dello stesso Macron, il primo Paese che dovrebbe “riarmarsi” demograficamente, fare più figli, per evitare la crisi incombente. Siamo alla schizofrenia. Il ministro francese per l’Eguaglianza di genere e la diversità, Aurore Bergé, ha già auspicato che il passo compiuto da Parigi possa essere accolto e imitato da molti altri Paesi europei: ciò è in linea con l’auspicio tremendo di inserire l’aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, espresso da Macron il 19 gennaio 2022 nel suo discorso di apertura del semestre di presidenza francese del Consiglio europeo. Allora, contro l’obbrobriosa proposta, i vescovi cattolici europei (Comece) reagirono con un durissimo comunicato, ricordando che non esiste un diritto all’aborto in alcun trattato o convenzione internazionale. E in modo simile hanno reagito nei giorni scorsi sia la Santa Sede sia l’arcivescovo di Lione, Olivier de Germay, e l’ex arcivescovo di Parigi, Michel Aupetit. Monsignor de Germay punta il dito contro «la successione di leggi cosiddette sociali approvate in Francia negli ultimi decenni» e il «triste record di 234.300 aborti in Francia nel 2023, quando la tendenza è in calo ovunque in Europa». Monsignor Aupetit, esperto di questioni bioetiche, ha affidato ai social il suo duro commento: «L’aborto nella Costituzione. La clausola di coscienza dei caregiver è respinta. La legge si impone alla coscienza che obbliga ad uccidere. La Francia ha toccato il fondo. È diventato uno Stato totalitario». Dura anche la Conferenza episcopale francese che in un comunicato del 29 febbraio ha ribadito che l'aborto «rimane un attacco alla vita nella sua fase iniziale, non può essere visto solo dal punto di vista dei diritti delle donne (…). La Conferenza episcopale sarà attenta al rispetto della libertà di scelta dei genitori che decidono, anche in situazioni difficili, di tenere il proprio figlio e della libertà di coscienza dei medici e di tutto il personale sanitario, di cui saluta il coraggio e l'impegno». Invece della coerenza con le sue stesse promesse fatte a tutti i francesi lo scorso 16 gennaio, riguardanti l’impegno a un forte «riarmo demografico» del Paese e il sostegno a famiglie e donne per la nascita di un maggior numero di figli, Macron ha temuto le critiche delle femministe ed è evidentemente tornato ad abbracciare le lobby abortiste, sperando di erodere consensi alle sinistre e contrastare così il consenso crescente dei partiti di destra in vista delle elezioni europee. Terribili giravolte, quelle di Macron, fatte sulla pelle dei più deboli. E ora il presidente francese sembra propenso anche a legalizzare il suicidio assistito. L’unico a riarmarsi sulle piazze di tutta la Francia, grazie a Macron, è il boia (tratto da un articolo di Luca Volonté). Ma la Francia – questo lo aggiungo io – rischia di fare un brutta fine: la patria dell’aggressiva “laicité” (laicità), che ha combattuto la Chiesa in tutti i modi, tra qualche generazione, soccomberà alla legge coranica, a motivo del gran numero di musulmani presenti nel paese. E sarà la vittoria della nemesi storica. Cerchiamo di tenerlo a mente

il vostro parroco

don Gabriele

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