FATE IL PRESEPIO

  • 09/12/2017
  • Don Gabriele

FATE IL PRESEPIO

Da un po’ di anni a questa parte, ritorna – stucchevole – il tentativo di soffocare i segni del Natale, ossia della venuta del Figlio di Dio nella nostra carne, per “rispetto nei confronti delle altre religioni”. Ecco: questo è il modo più sbagliato di rispettare le “altre religioni”, perché il rispetto sta nell’accogliere la diversità, non nel soffocarla, omologando il vivere insieme in una sorta di grigia gelatina. Fare il presepio a Natale significa riconoscersi in una “ricchezza”, che, se accolta per quello che veramente è, immette nel vivere insieme – per esprimerci in maniera “laica” – un valore aggiunto. Non è forse un bene contemplare, tramite il presepio, come Dio abbia voluto condividere con noi tutto: il nascere, l’essere accolto in una famiglia, l’essere educato, il dover dipendere, il progredire in “sapienza, età e grazia”, l’essere introdotto alla vita sociale, alle tradizioni dei padri, il compiere delle scelte? Dove sta l’aggressione a quanti hanno una fede diversa in tutto ciò? La proposta della fede cristiana è “umanissima” proprio perché Dio si è fatto uomo. Chi vuole nascondere i segni esteriori della propria fede a volte lo fa perché non vuole riconoscere la credenza religiosa degli altri; questo non è rispetto, anzi è una forma di violenza: io non ti riconosco in ciò che tu hai di sacro. C’è poi chi riconosce e accoglie le forme esteriori delle altre religioni, ma vuole oscurare la propria – quella cristiana – perché irretito da certa ideologia, o da certi modi di insegnare la storia, che ahimè vanno per la maggiore nelle scuole superiori, rovinando non raramente i nostri ragazzi. Una società è veramente laica non quando livella tutto, ma quando consente alle varie espressioni religiose – nella misura in cui non contrastino con l’ordine pubblico – di esprimersi. La meta non è il deserto del fatto religioso ricacciato nel privato, ma la primavera della coesistenza delle varie tradizioni religiose nella reciproca e rispettosa accettazione. E’ bene dirlo: ai cattolici, che vogliono oscurare i segni della propria fede, e ai non cattolici, affinché capiscano che la richiesta dell’oscuramento dei segni della fede degli altri esprime un’intolleranza che è nella sua radice una violenza.

Il vostro parroco

Don Gabriele

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