LA VISITA PASTORALE DEL VESCOVO MAURIZIO
LA VISITA PASTORALE DEL VESCOVO MAURIZIO
Cari fratelli e sorelle, domenica 3 dicembre accoglieremo il Vescovo per la Visita Pastorale, che si svolgerà secondo il programma conosciuto, inserito anche in questo Notiziario. La Visita Pastorale come la conosciamo trova significativi precedenti nella Sacra Scrittura. Negli Atti degli Apostoli, per esempio, San Paolo dice a San Barnaba: “Ritorniamo a far visita ai fratelli in tutte le città nelle quali abbiamo annunciato la parola del Signore, per vedere come stanno". (At 15,36). Lungo la storia della Chiesa, la Visita Pastorale ha vissuto differenti stagioni e alterne fortune. Gradualmente prese piede il concetto di “diritto di Visita Pastorale”, per cui, non solo il Vescovo locale, ma anche altri presuli o prelati ritenevano di “avere il diritto” di compierla. Si venne così a creare una situazione non sempre serena, a cui qualche Concilio cercò di porre rimedio, se non altro “asciugando” di molto i contorni meno pastorali della Visita. Fu grazie al Concilio di Trento, da cui emerse rinnovata la figura del Vescovo-Pastore (si pensi a San Carlo Borromeo!), che il concetto di “diritto” di Visita Pastorale sfumò in quello senz’altro più evangelico di “dovere di compiere la Visita Pastorale”. E come è ovvio – così in tutti i casi in cui dal “diritto” si passa al “dovere” – i pretendenti diminuirono drasticamente, lasciando solo il Vescovo diocesano. Le varie visite pastorali compiute nella nostra diocesi (ma non solo), pur con gli adattamenti dovuti al mutare dei tempi e delle stagioni, ripresentano sostanzialmente lo schema tridentino, diviso in tre momenti: 1) preparazione; 2) accoglienza del Vescovo, come padre e pastore, incontro con il clero e i fedeli, celebrazione dei Sacramenti, verifica delle strutture; 3) decreto conclusivo con le indicazioni di carattere pastorale e amministrativo (non in senso economico, ma relativo alla complessiva gestione della parrocchia). Che parrocchia incontrerà il Vescovo? Trascrivo qui alcuni passaggi della lettera con cui ho presentato al Vescovo la Relazione sullo stato della parrocchia, frutto del lavoro collegiale del Consiglio Pastorale Parrocchiale e di quello degli Affari Economici. Ho scritto: “La comunità è attraversata da tutti i problemi e le tensioni tipiche dell’attuale temperie ecclesiale e sociale. La sfida è quella di continuare ad annunciare il Vangelo, sapendo che ogni tempo è lo spazio che la Provvidenza ci assegna per vivere questa responsabilità: come laici e come preti. Anzi, l’occhio di chi è avvezzo a guardare attraverso le pagine della Scrittura e della Tradizione della Chiesa scopre sempre l’opportunità che si cela anche nella persona e nella situazione apparentemente più refrattaria. Non è mai il tempo del lamento, perché è sempre il tempo della speranza. Nella prima lettera che scrive ai Tessalonicesi, Paolo afferma di conoscere l’operosità della loro fede, la fatica della loro carità e la fermezza della loro speranza (cf 1 Ts 1,3) . L’intreccio tra i sostantivi (fede, carità, speranza) e gli avverbi (operosamente, faticosamente, fermamente) rappresenta, come in un arazzo, l’ordito e la trama di quella comunità. Ma anche questa comunità ha lo stesso ordito e la stessa trama! Venendo fra noi come “vicario dell’amore di Cristo” (S. Ambrogio), ci confermi in questa fede operosa, sostenga la fatica della nostra carità e ci ridica le ragioni della speranza, affinché sia sempre più “ferma” e contagiosa”. Preghiamo e operiamo, fratelli e sorelle, affinché sia davvero così!