LA DOCILITA’ VIA PER MATURARE
LA DOCILITA’ VIA PER MATURARE
Il re Salomone, nella Bibbia, presenta una preghiera che Dio ha molto gradito, gli ha chiesto infatti un “cuore docile”. Sappiamo che il “cuore” nella Bibbia non indica solo una parte del corpo, ma il centro della persona, la sede delle sue intenzioni e dei suoi giudizi. “Cuore docile” allora significa una coscienza che sa ascoltare, che è sensibile alla voce della verità, e per questo è capace di discernere il bene dal male. La persona docibilis è libera di continuare ad imparare per tutta la vita e da ogni persona e circostanza, capace di tener duro nelle decisioni anche complesse per confermare la scelta fatta un tempo, intelligente quanto basta per interpretare le difficoltà e crisi come momenti provvidenziali di crescita, desiderosa di camminare verso la novità che la vita propone ogni giorno, a ogni età, in qualsiasi situazione, con qualsiasi persona. La docilità è quell’atteggiamento del cuore, della mente e della volontà che ci fa spezzare il muro della superbia, “piegando” l’orecchio del cuore alla volontà di Dio. La docilità è l’atteggiamento del discepolo, dell’alunno, del paziente e di colui che avverte sempre la necessità d’imparare. Una persona non farà grandi passi umani e spirituali se non è docile. Bisogna crocifiggere ogni giorno la propria ribellione personale ed arrendersi, senza resistenze, all’Amore incondizionato di Dio. Siamo tutti ribelli dalla nascita, San Francesco era un ribelle e come lui molti altri, ma la ribellione è una fase vitale che dobbiamo trasformare in docilità. La ribellione è una forza vitale, ma nello stesso tempo ci impedisce di camminare in umiltà e in obbedienza alla voce del Signore. L’autonomia assoluta è l’illusione di non dipendere da nessuno e fare tutto da soli. Diceva il grande santo monaco san Bernardo: “Chi è guidato da solo è guidato da un pazzo” e la Scrittura ci dice: “Guai a chi è solo”. La solitudine non abitata da Dio e non vissuta bene, porta al peccato, alla cattiveria e al disordine morale e spirituale. La docilità è una virtù che va conquistata, giorno per giorno, non è scontata o acquisita naturalmente. Essere docile è un cammino di umiltà, di “plasmazione” dello Spirito Santo in noi. Siamo come dei vasi: Dio con le sue mani ci trasforma, ci cambia per essere miti e umili di cuore, svuotandoci dalla superbia e dall’orgoglio.
Come possiamo essere docili?
1. Ascoltando profondamente noi stessi (rientra in te stesso!) e obbedendo allo Spirito Santo che è dentro di noi.
2. Ascoltando e obbedendo all’accompagnatore spirituale (quanta poca docilità nel tralasciare le proposte della parrocchia oppure essere saltuari nel seguirle. E quanta superbia nel pensare che ormai possiamo farne a meno …).
3. Mettendo da parte la ribellione e la caparbietà.
4. Facendo attenzione all’indurimento del cuore e alla testardaggine.
5. Ritenendo che l’instabilità è un segno di immaturità umana e spirituale. Non ci possiamo entusiasmare all’inizio e poi abbandonare ciò che abbiamo intrapreso.
6. Facendo attenzione alle seduzioni del demonio contro la docilità che sono tante: la seduzione intellettuale e morale (ci sono giovani che hanno abbandonato la fede, lasciandosi sedurre dalla “filosofia” o dalla “scienza” … o dalla pigrizia!), la manipolazione di qualcuno, l’illusione di percorrere un cammino sicuro e certo, il bastare a se stessi, la superbia spirituale, la falsa libertà di essere indipendenti ed autonomi.
7. Imparando ad imparare, per disimparare per imparare. Ogni giorno è il primo giorno di scuola e occorre sempre pensare che la laurea della vita si riceve un’ora dopo la morte.
Se non sei docile, non permetti a Dio di entrare totalmente nella tua vita e non maturi neppure come uomo e come donna, pertanto non diffondi vita buona intorno a te.
don Gabriele