ACQUA O ACETO?
ACQUA O ACETO?
Dicevo domenica nell’omelia, commentando il brano della Samaritana, alla quale Gesù chiede da bere, che la stessa domanda Egli la rivolge a ciascuno di noi. Infatti, senza nulla togliere alla verità storica di quell’evento, la Samaritana è “tipo” della Chiesa e di ognuno di noi, che insieme formiamo appunto la comunità dei credenti. Anche a me e a te Cristo chiede da bere. E lo ha fatto non solo al pozzo di Giacobbe, nei pressi del quale ha incontrato la Samaritana, ma anche sulla croce: “Ho sete”, ha detto, con un filo di voce, si suppone. Sappiamo come è andata: i soldati hanno inzuppato una spugna di aceto e, issandola su una canna, l’hanno avvicinata alla bocca del Crocifisso. Ma Gesù non ha bevuto l’aceto. Esso, l’aceto, era l’espressione del rifiuto nei suoi confronti. Allora io mi faccio pensoso e mi domando: “Io ho dissetato il Signore con l’acqua della mia fede e del mio amore, oppure gli ho dato l’aceto del rifiuto?” Quando non credo al Vangelo, quando vivo come se lui non ci fosse, quando maltratto le sue immagini viventi, cioè gli altri, io gli do aceto. Devo dare acqua a Gesù, non aceto. E poi, come parroco mi guardo intorno e mi chiedo: il popolo che mi è stato affidato dà acqua o aceto a Gesù? Io vedo tanta gente che vive come se lui non esistesse: ciò significa dargli aceto. Vedo tanta gente che non partecipa alla Messa della domenica: ciò significa dargli aceto. Vedo genitori che accompagnato i figli a Messa, ma loro vanno altrove: questo significa dare aceto a Gesù e porre le basi per cui i figli, appena potranno, smetteranno essi pure di andare a Messa. Vedo genitori che partecipavano alla Messa tutte le domeniche, poi i loro figli, diventati grandi, hanno smesso di parteciparvi e quindi hanno smesso anche loro: questo significa dare aceto a Gesù. Vedo persone di una certa età che non vengono più a Messa con la scusa che sono anziani, ma poi li trovi dove non te lo aspetteresti: questo significa dare aceto a Gesù. Vedo famiglie che hanno smesso di educare i propri figli anche con quella severità necessaria: adolescenti che stanno in discoteca fino alle quattro del mattino con i genitori pronti a portarli e andare a riprenderli, non importa se poi sono intontiti per tutto il giorno, saltano la Messa, buttano via il tempo, eccedono con l’alcool, usano sostanze stupefacenti; anche questo è dare aceto a Gesù. Vedo giovani cristiani che decidono di convivere, dimenticando che si vive come marito e moglie solo dopo il matrimonio: anche questo è dare aceto a Gesù. Vedo mariti che maltrattano le loro mogli e mogli che maltrattano i loro mariti: anche questo è dare aceto a Gesù. Vedo uomini e donne che si sono promessi fedeltà nel matrimonio, che invece sono infedeli: anche questo è dare aceto a Gesù. Vedo donne di una certa età che cercano di sedurre ragazzi giovani e uomini che cercano di sedurre ragazze: anche questo è dare aceto a Gesù. Vedo gente che si incattivisce nei confronti di uomini e donne che vengono da altre regioni della terra: anche questo è dare aceto a Gesù. In quanti modi possiamo dare aceto invece di acqua a Gesù! Ciò che resta della Quaresima cambi il nostro aceto nell’acqua fresca della nostra fede e del nostro amore per Gesù. Abbiamo l’esempio dei santi, in particolare di madre Teresa di Calcutta. Nelle cappella delle case delle sue suore si trova scritto, vicino al Crocifisso: “Ho sete”. Madre Teresa ha dissetato Gesù per tutta la sua vita con la sua fede e il suo amore per lui, che si è tradotto poi nell’amore per i più poveri dei poveri.
Il vostro parroco
Don Gabriele