I SANTI E I MORTI
I SANTI E I MORTI
Cari fratelli e sorelle, la festa annuale di Tutti i Santi e la Commemorazione dei Fedeli Defunti rappresentano un momento “forte” nel nostro cammino annuale. E’ come se si sollevasse un lembo del velo che copre il passaggio della morte, come se si aprisse per un momento la porta che ci sembra separare le due vite: quella di noi pellegrini e quella di chi è ormai giunto a casa. La festa dei Santi è come un grido di vittoria: sì, la vittoria di Dio. Perché Dio vince davvero. Bisogna saperlo! E vince nei Santi. Sono loro la vittoria di Dio nel mondo. Sentiremo dalla Sacra Scrittura, il 1° novembre, che il numero dei Santi è sterminato, un numero che “nessuno poteva contare”, proveniente “da ogni tribù, razza, popolo e lingua”. A noi, che spesso siamo tentati di sottolineare come il male sia presente in maniera massiccia nel mondo – e per un certo senso è vero – questo popolo sterminato di Santi ricorda che l’ultima parola non è del male, ma del bene, più precisamente che l’ultima parola è di Dio. La festa dei Santi purifica dunque il nostro sguardo, affinché vediamo che Dio è sempre all’opera nel mondo e sempre c’è qualcuno che lo prende sul serio, che risponde, che si lascia plasmare da lui. Così i Santi sono una “buona notizia” per noi, sono “amici e modelli di vita”, come li chiama la liturgia, possono ispirare il nostro cammino e sostenerlo con la loro intercessione. Suggerisco, pertanto, di riprendere la bella usanza di leggere le vite dei Santi: ne trarremo gusto e beneficio. Chi lo desidera, mi può chiedere di procurargli questi volumi, anche gratuitamente. La Commemorazione dei Fedeli Defunti poi estende il nostro pensiero al Purgatorio, al “luogo” (non fisico, ma spirituale) in cui chi è morto non pienamente purificato si prepara ad essere ammesso alla beata pace del Paradiso. Da qui il nostro suffragio per i Defunti. Il suffragio è un atto di amore per i nostri cari che ci hanno lasciato. Esso si esprime soprattutto nel fare celebrare la Santa Messa per loro, che è il sacrificio redentore di Cristo. Ma si realizza anche nella preghiera (liturgia delle ore, Rosario, visita orante al Cimitero) e nelle opere (quelle prescritte per l’indulgenza applicabile ai defunti, quelle della carità verso i fratelli bisognosi, quelle di sostegno ai bisogni della parrocchia) e nel condurre una vita conforme al Vangelo. I giorni dei Santi e dei Morti sono anche un potente richiamo alla dimensione trascendente della vita; sono uno stimolo a non lasciarci ingannare, pensando solo alla dimensione orizzontale dell’esistenza, organizzando cioè la vita come se riguardasse semplicemente gli anni che dobbiamo trascorrere sulla terra. Chi avrà fatto così, come potrà affrontare la morte? I Santi e i nostri cari Morti ci aiutino a diventare davvero “sapienti”, lavorando con alacrità per il bene e per il Regno di Dio, certi che la ricompensa supererà infinitamente ogni fatica.