Omelia del Parroco nella Messa del Mercoledì delle Ceneri 2 marzo 2022

  • 05/03/2022
  • Don Gabriele

1. Celebriamo questa Eucaristia, con cui iniziamo la Quaresima, uniti a tutta la Chiesa che prega e digiuna per la pace in Ucraina. Nella COSTITUZIONE PASTORALE GAUDIUM ET SPES SULLA CHIESA NEL MONDO CONTEMPORANEO, leggiamo che “Grandi contrasti sorgono (anche) tra le razze e le diverse categorie sociali; tra nazioni ricche e meno dotate e povere; infine tra le istituzioni internazionali nate dall'aspirazione dei popoli alla pace e l'ambizione di imporre la propria ideologia, nonché gli egoismi collettivi esistenti negli Stati o in altri gruppi. Di qui derivano diffidenze e inimicizie, conflitti ed amarezze di cui l'uomo è a un tempo causa e vittima” (n. 8). E continua: “Il mondo si presenta oggi potente a un tempo e debole, capace di operare il meglio e il peggio, mentre gli si apre dinanzi la strada della libertà o della schiavitù, del progresso o del regresso, della fraternità o dell'odio. Inoltre l'uomo prende coscienza che dipende da lui orientare bene le forze da lui stesso suscitate e che possono schiacciarlo o servirgli” (n. 9).

Tutto ciò lascia emergere, come peraltro asserisce ancora la GS, una serie di “squilibri”, che affondano tuttavia la loro verità in “quel più profondo squilibrio che è radicato nel cuore dell'uomo. È proprio all'interno dell'uomo – dice il Concilio – che molti elementi si combattono a vicenda. Da una parte infatti, come creatura, esperimenta in mille modi i suoi limiti; d'altra parte sente di essere senza confini nelle sue aspirazioni e chiamato ad una vita superiore. Sollecitato da molte attrattive, è costretto sempre a sceglierne qualcuna e a rinunziare alle altre. Inoltre, debole e peccatore, non di rado fa quello che non vorrebbe e non fa quello che vorrebbe. Per cui soffre in se stesso una divisione, dalla quale provengono anche tante e così gravi discordie nella società (n.10).

2. All’inizio dell’itinerario quaresimale fa bene prendere consapevolezza di questo “profondo squilibrio radicato nel cuore dell’uomo”, da cui nascono tutti gli altri squilibri, tra cui la volontà di potenza, le mire espansionistiche, i sogni di grandezza, gli imperi e le guerre.

Di questo “squilibrio” interiore ognuno di noi fa ampia esperienza ogni giorno e in qualche circostanza con una veemenza tale che al ripensarci ci turba profondamente.

La quaresima è tempo propizio per renderci conto, innanzi tutto, e poi per curare questo “squilibrio”.

3. Rendercene conto. Soprattutto nella prima parte della quaresima, fino alla quarta domenica. La Parola di Dio, infatti, letta e meditata lungo queste settimane, ci aiuta ad immergerci nella nostra interiorità e ad analizzare, alla sua luce, quali sono i movimenti del nostro cuore, da quali spiriti cioè esso è mosso, che cosa si cela in esso e che cosa da esso esce. Ricordiamo il vangelo di Luca di domenica scorsa: “L'uomo buono trae fuori il bene dal buon tesoro del suo cuore; l'uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male, perché la bocca parla dalla pienezza del cuore” (Lc 6,45). Oppure Marco, laddove dice: “Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive: fornicazioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l'uomo» (Mc 7, 21-23).

4. Guarire da questo squilibrio. Le letture della seconda parte della quaresima, attraverso il vangelo di Giovanni, ci presentano soprattutto le diatribe tra Gesù e i Giudei, che sono una graduale chiarificazione del percorso di fede. Così l’ascolto della Scrittura in quelle settimane immediatamente precedenti la pasqua ci aiuta a guarire lo squilibrio interiore attraverso l’aumento della virtù della fede in Gesù. La celebrazione della Pasqua, poi, attraverso i riti sacramentali forgia in noi un cuore nuovo ad immagine di quello del Signore.

5. Renderci conto e guarire dallo squilibrio interiore può essere pertanto il cammino quaresimale di quest’anno.

Le stesse letture ascoltate in questa Messa del resto lo sollecitano. Abbiano ascoltato, infatti, nella prima lettura: “Ritornate a me con tutto il cuore”. L’espressione “con tutto il cuore”, che significa dal centro dei nostri pensieri e sentimenti, dalle radici delle nostre decisioni, scelte e azioni, con un gesto di totale e radicale libertà.

Quel “ritornate a me con tutto il cuore”, poi, è un richiamo che coinvolge non solo il singolo, ma la comunità. Abbiamo ascoltato sempre nella prima Lettura: «Suonate il corno in Sion, proclamate un solenne digiuno, convocate una riunione sacra. Radunate il popolo, indite un’assemblea solenne, chiamate i vecchi, riunite i fanciulli, i bambini lattanti; esca lo sposo dalla sua camera e la sposa dal suo talamo» (vv.15-16). La dimensione comunitaria è un elemento essenziale nella fede e nella vita cristiana. «Cristo è venuto per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi» (cfr Gv 11,52). Il “Noi” della Chiesa è la comunità in cui Gesù ci riunisce insieme (cfr Gv 12,32): la fede è necessariamente ecclesiale. E questo è importante ricordarlo e viverlo in questo Tempo della Quaresima: ognuno sia consapevole che il cammino penitenziale non lo affronta da solo, ma insieme con tanti fratelli e sorelle, nella Chiesa.

6. Prendiamoci dunque a cuore il nostro cuore in questa Quaresima affinché guarisca attraverso la preghiera, i sacramenti e le opere di carità fraterna. E prendiamoci a cuore il cuore della nostra parrocchia, affinché, rinnovata dalla grazia della Quaresima, sia docile strumento per l’annuncio del Vangelo in questo nostro territorio e per la testimonianza della carità.

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