SECONDA GIORNATA “MEMORARE”, CIOE’ “RICORDATI”

  • 19/02/2022
  • Don Gabriele

SECONDA GIORNATA “MEMORARE”, CIOE’ “RICORDATI”

2020 – 21 FEBBRAIO – 2022. A due anni dall’inizio della pandemia

Cari fratelli e sorelle, il 21 febbraio cadrà il secondo anniversario dell’inizio della pandemia. Credo sia opportuno non dimenticarlo, perché l’oblio è una delle peggiori cose che noi umani possiamo mettere in atto. E’ stato detto più volte come sia necessario offrire una lettura “sapienziale” di questo periodo, ossia una lettura a partire dalla Parola di Dio. Questo invito mi ha sollecitato, per cui sono andato a vedere che cosa ci diceva la Parola di Dio nella liturgia del 21 febbraio 2020, posto che, come dice il Concilio Vaticano II: “E’ lui (Cristo) che parla quando nella Chiesa si legge la sacra Scrittura” (n. 7). Nella prima lettura di quel giorno, tratta dalla lettera di Giacomo, si leggeva che “la fede, senza le opere, è morta”. E nel vangelo – un brano di Marco – il Signore ci invitava a prendere la croce e a seguirlo per avere salva la vita. In buona sostanza la Parola di Dio ci diceva in quel giorno che “l’opera” da compiere consisteva nel prendere e portare la croce. Attenti, però! Non si può dire che la pandemia, con il suo seguito di sofferenze in tutti settori del vivere, sia stata la croce che Dio ha buttato sulle nostre spalle. Ricordo che, per allontanare questo pensiero della nostra mente, la domenica immediatamente seguente il 21 febbraio 2020 ero uscito sul sagrato della chiesa parrocchiale col Santissimo Sacramento per benedire, volendo esprimere con quel gesto la certezza che il Signore era in mezzo a noi in quella prova, non era lontano o “arrabbiato” con noi. Doveva risultare chiaro, cioè, che Dio non è l’autore della prova che abbiamo attraversato, bensì Egli era colui che nella prova non ci aveva abbondonato. Proprio per questo la prova, vissuta in tale prospettiva, cioè con l’accompagnamento del Signore, poteva diventare un’esperienza, un‘ “opera” appunto, che consisteva nel portare questa croce, che Egli ha saputo trasformare da condanna a strumento di vita nuova. Ora mi domando e vi domando: “E’ stato così?”. E’ nata vita nuova da questa esperienza drammatica? E dove e in che cosa si è manifestata questa vita nuova? Abbiamo visto – nel momento dell’infuriare della tempesta – molti gesti di solidarietà spinti a volte fino all’eroismo; eravamo chiusi ciascuno nella propria casa, ma si avvertiva una corrente di empatia, di vicinanza, di condivisione, che ci faceva una cosa sola. La celebrazione della Messa, che noi sacerdoti officiavamo da soli, non era mai stata celebrata con più intensità “in comunione” con chi non era lì fisicamente, ma si univa al suono delle campane che annunciavano l’inizio della liturgia o seguiva in streaming. C’era stata una riscoperta della fede, che si traduceva in preghiera, in un’apertura al trascendente, in un’invocazione a Dio. Passato il momento più grave, invece di conservare il bene maturato nei giorni più duri, a me pare che tutto sia ritornato come prima: all’empatia ha fatto di nuovo da contraltare il solito individualismo; sulla pratica della fede ha preso il sopravvento l’apatia; la compassione (nel senso etimologico di “soffrire insieme”) è stata sostituita dalla freddezza; la sobrietà è stata travolta dagli eccessi di ogni genere. Qual è il “frutto della prova”? Fare memoria dell’inizio della pandemia significa anche interrogarsi se c’è stato davvero questo frutto: non è possibile che tutto ritorni come prima, perché quel “prima” non era normale. Tornare a quel “prima” significa mettersi pericolosamente nelle condizioni di andare incontro ad un’altra prova. E, ripeto: non mandata da Dio, ma creata da noi. Credo anche però che i semi buoni caduti nella terra del nostro vivere in quei mesi possano germogliare e portare frutto. Come credenti e come comunità cristiana non smetteremo di vivere l’affidamento e Dio e di dedicarsi alla missione, affinché dai solchi del nostro vivere fiorisca vita buona.

don Gabriele

Ultime News

13/04/2024

IO CREDO RISORGERO’

01/04/2024

Omelia del Parroco durante la solenne veglia pasquale

30/03/2024

Omelia del Parroco durante la Messa della Cena del Signore

30/03/2024

Omelia del Parroco nell'Azione Liturgica per la Passione e Morte del Signore