IL PRESIDENTE FRANCESE MACRON E IL TRADIMENTO DELL’ECOLOGIA INTEGRALE. OSSIA CIÒ CHE MOLTI VANNO FACENDO

  • 29/01/2022
  • Don Gabriele

IL PRESIDENTE FRANCESE MACRON E IL TRADIMENTO DELL’ECOLOGIA INTEGRALE. OSSIA CIÒ CHE MOLTI VANNO FACENDO

l giorno successivo alla elezione a presidente del Parlamento europeo della maltese Roberta Matsola, Emmanuel Macron, capo dell’Eliseo, arringa l’assemblea di Strasburgo con la richiesta di “aggiornare” la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea «per includere la protezione dell’ambiente e il riconoscimento del diritto all’aborto». Come si possa affiancare la protezione dell’ambiente al riconoscimento del diritto di aborto – attesa l’assurdità di tale accostamento – non riesco proprio a capirlo, soprattutto quando a farlo è un capo di stato. Ma è avvenuto. E così si spiegano molte cose. E’ come dire: curiamo la terra, i fiumi, le piante, il clima, il pianeta etc. (cosa certamente sacrosanta), ma uccidiamo tranquillamente un bambino nel seno della madre. Come se questo bambino non facesse parte del creato che va tutelato. A che cosa si riduce l’ecologia se non si sviluppa in tutta la sua verità? I laudatori dell’enciclica Laudato sì di Papa Francesco, tra cui anche Macron, che cosa hanno imparato a proposito dell’ecologia integrale? E che cosa ne pensano i politici nostrani? Per aiutarci nella riflessione, riporto alcune espressioni del Papa. «L’aborto non è un “male minore”. È un crimine. È fare fuori uno per salvare un altro. È quello che fa la mafia. È un crimine, è un male assoluto. […] È un male in sé stesso, ma non è un male religioso, all’inizio, no, è un male umano. Ed evidentemente, siccome è un male umano – come ogni uccisione – è condannato anche dalla Chiesa» (papa Francesco, 17 febbraio 2016). «L’aborto è più di un problema, l’aborto è un omicidio. […] Senza mezze parole: chi fa un aborto, uccide. […] Questa vita umana va rispettata. Questo principio è così chiaro, e a chi non può capirlo io farei due domande: “È giusto uccidere una vita umana per risolvere un problema?”. Scientificamente è una vita umana. Seconda domanda: “È giusto affittare un sicario per risolvere un problema?”» (15 settembre 2021). La vita dell’uomo, sin dal suo concepimento e fino alla morte, non è solo un bene della persona, ma anche un bene della società, e – come tale – deve essere tutelata e promossa, sempre. Sorprende e preoccupa che Macron abbia accostato l’aborto alla “protezione dell’ambiente”, collocando il primo sullo stesso piano giuridico della seconda nella richiesta di integrazione della Carta dei diritti fondamentali. Se l’ambiente è meritevole di tutela (un’affermazione ragionevolissima), come non ritenere a fortiori che anche il concepito umano lo sia? Se l’Europa decide di proteggere l’ambiente, la “casa comune” dei cittadini, dal suo degrado e di promuoverne la “salute” per il bene comune, come potrebbe non proteggere l’embrione e il feto umano – l’uomo all’inizio della sua esistenza – promuovendo la sua vita come il bene che è a fondamento di ogni altro bene di tutti e di ciascuno dei cittadini? Non c’è libertà della donna e dell’uomo sulla terra senza la loro vita: il soggetto di ogni atto di libertà è qualcuno che vive, che è nato perché la libertà di un altro soggetto ha detto “sì” alla sua vita. Contrapporre la libertà della gestante alla vita di colui che è gestato è inconcepibile: non è una strada percorribile per la giusta e doverosa promozione della vita e della dignità della donna in Europa e nel mondo. Se non si sostengono e difendono i diritti fondamentali di tutti, anche i diritti di alcuni o di molti cadono, perdono forza e diventano solo un “flatus vocis”.

don Gabriele

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