CON PASSIONE, CON SLANCIO E SENZA CALCOLI

  • 30/09/2017
  • Don Gabriele

Con passione, con slancio e senza calcoli

Cari fratelli e sorelle, il nuovo anno pastorale è ormai avviato. Il brano evangelico di domenica scorsa ci è venuto incontro chiedendo a tutti di accogliere la chiamata del Signore “a lavorare nella sua vigna”. Il padrone di questa vigna – ci ha detto il vangelo di Matteo – è uscito alle sei del mattino, alle nove, a mezzogiorno, alle tre e alle cinque del pomeriggio. Queste chiamate a differenti ore possono rappresentare l’invito che il Signore costantemente ci rivolge a lavorare nella sua vigna. Da giovani, in età matura, da anziani: sempre! Possiamo identificare la vigna del Signore con la Chiesa e – molto concretamente – con la nostra comunità parrocchiale. La domanda perciò sorge con una certa ovvietà: io ho accolto la chiamata del Signore a lavorare nella sua vigna? Qual è il mio servizio in questa vigna? Io ragazzo/a, io giovane, io uomo/donna maturo/a, io anziano/a? Per restare nell’immagine della parabola di domenica scorsa, si può sottolineare che queste persone – se non avessero accettato di lavorare in questa vigna – avrebbero continuato a vivere in condizione di indigenza (era disoccupate). Solo perché hanno accettato di lavorare in questa vigna hanno potuto accedere alla ricompensa. Dunque il lavoro in questa vigna rappresenta un’opportunità, una grazia da accogliere. Questo fatto sopravanza la fatica! Inoltre, come dicevo domenica nell’omelia, il Signore è un galantuomo e non rimanda mai a mani vuote. Nel brano di domenica il padrone della vigna diceva a quelli che aveva chiamato alle nove: “Quello che è giusto ve lo darò”. E in un altro passo del Vangelo si legge: “Non perderà la sua ricompensa”. Ciò non significa rinunciare alla “gratuità”, quanto piuttosto porre la ferma fiducia che Dio non farà mancare la sua ricompensa a chi lavora con dedizione nella sua vigna. Se il nostro servizio sarà secondo il suo cuore, poco alla volta capiremo poi che la ricompensa sarà in definitiva Lui stesso. Si narra che un giorno il Signore Gesù apparve a San Tommaso d’Aquino, sul finire della vita, e gli chiese: “Che cosa vuoi, Tommaso, per tutto ciò che hai fatto per me?” (ed era davvero molto!). San Tommaso rispose: “Nihil, nisi te, Domine!”, cioè: “Nulla, se non te, o Signore!”. Non c’è ricompensa superiore a questa. Ognuno, pertanto, rinnovi la sua disponibilità a lavorare nella vigna del Signore con passione, con slancio e senza calcoli.

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