ORATORIO: FENOMENO DI POPOLO, MA SENZA VENIR MENO AL PROGETTO EDUCATIVO

  • 25/06/2017
  • Don Gabriele

ORATORIO: FENOMENO DI POPOLO, MA SENZA VENIR MENO AL PROGETTO EDUCATIVO

Cari fedeli, il GREST in pieno svolgimento e i “campi scuola” alle porte dei ragazzi/e delle elementari delle medie e dei giovanissimi mi inducono a dire una parola sull’Oratorio. Esso è senza dubbio un “fenomeno di popolo”. L’Oratorio è aperto a tutti i ragazzi, di ogni età, condizione sociale, nazionalità, religione e cultura. Esso si costruisce intorno ad un’idea propulsiva: l’educazione delle giovani generazioni al senso cristiano della vita. Ciò significa che l’Oratorio ha una “mission” come si dice oggi. E ha anche un metodo: aggregazione, amicizia, relazione con Cristo, gioco (ivi compreso lo sport). L’aggregazione crea legami, relazioni, rende vivo l’ambiente, fa nascere “un luogo” di incontro e di condivisione. L’amicizia permette scambi di vita non banali, spesso dialetticamente costruttivi. La relazione con Cristo si realizza in un rapporto personale con lui nella preghiera, nella partecipazione abituale alla Messa festiva, nella confessione frequente, nella direzione spirituale con un sacerdote. Il gioco, lo sport e il divertimento sono i momenti in cui il corpo, l’agonismo, la gioia di vivere fanno percepire la bellezza della giovinezza. Da ciò si capisce che l’Oratorio non è un “contenitore”: è attraversato infatti da una tensione buona, che partendo dall’ “humanum”, cioè dalla vita concreta dei ragazzi, vuole avviare dei percorsi o, per dirla con papa Francesco, aprire dei processi. L’accoglienza di tutti, quindi, non significa appiattimento. L’aggregazione è per il bene. Non sono ammessi in Oratorio comportamenti moralmente scorretti: slealtà, maldicenza, giudizio, pettegolezzo, pregiudizi. L’amicizia accetta la fatica del confronto, non crea gruppi o gruppetti che escludono questo o quello che non la pensa esattamente come me; l’amicizia non fa il processo alle intenzioni, ma accetta le diversità e le fa diventare un’occasione di crescita, non di esclusione. La relazione con Cristo poi non può essere messa fra parentesi. Se da una parte si accetta la gradualità nel coinvolgimento con la persona di Gesù da parte del ragazzo, non si può non chiedere dall’altra il “minimo” a chi frequenta l’Oratorio, ossia: la Messa domenicale, la confessione regolare, la catechesi, la preghiera, il servizio. Queste sono “cose noiose” per chi ha perso lungo la strada il senso di tutto ciò e farebbe bene a darsi da fare – con gli aiuti che la parrocchia non lesina certamente – a recuperare queste dimensioni che sono basilari “per una vita buona”. Il gioco, lo sport e il divertimento, se da una parte integrano la dimensione ludica della vita, che non deve mai mancare, dall’altra restituiscono la capacità di accettare le regole, la lealtà, il “gioco di squadra” che ha molto da insegnare quando si tratterà di impegnarsi “insieme” nella trasformazione del mondo in prospettiva del bene. Io credo che il nostro Oratorio cammini su questa strada. In attesa del progetto educativo diocesano e parrocchiale queste poche righe, nate anche dal tempo trascorso dinanzi al Santissimo nelle Quarantore, possono essere di orientamento. Che non capiti che qualche ragazzo o giovane all’Oratorio faccia proposte contrarie allo spirito che anima questa esperienza di Chiesa. Che non ci sia nessuno che proponga l’ateismo o scelte morali inaccettabili. Se qualcuno si comporta così, interroghi seriamente la propria coscienza: “Che cosa ci sto a fare all’Oratorio, se non accetto il cammino educativo che la parrocchia propone?” Costui si dovrebbe confrontare lealmente con i sacerdoti e/o gli educatori, affrontando la fatica e la gioia di un percorso. Sarebbe disonesto continuare a frequentare questo luogo, spargendo idee malsane o inducendo altri ad assumere comportamenti contrari allo spirito cristiano. Io sto aspettando di confrontarmi con non pochi adolescenti e giovani. Ho fatto un certo discorso sulla libertà, qualche tempo fa, e l’atteggiamento di qualcuno di essi è mutato: mi aspettavo il confronto, ho trovato la chiusura supponente … Nonostante ciò, la mia porta resta aperta.

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