LA TRINITA' E LA FAMIGLIA

  • 10/06/2017
  • Don Gabriele

LA TRINITA' E LA FAMIGLIA

Cari fedeli, tra il mistero principale della nostra fede, ossia la Trinità  Santissima, e la famiglia, il nucleo basilare della società  umana, vi è una correlazione molto stretta. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Il segno di croce è come l'alfabeto della nostra vita di fede in famiglia. Lo impariamo da piccoli, dalla mamma o dal papà , quando le parole non sanno ancora ben accompagnare i gesti, e rappresenta la compagnia delle Tre divine Persone nella nostra vita. Gesti semplici � mani che si intrecciano con il corpo � parole di uso comune � padre, figlio, spirito � che stanno ad indicare in Dio la perfetta unità  nella diversità  incancellabile dell'identità  personale. Il segno della croce accompagna la vita della famiglia fin dal suo nascere: l'anello nuziale è scambiato nel segno della Trinità  ï¿½ ��ricevi questo anello, segno del mio amore e della mia fedeltà . Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo�� ed il primo gesto del Battesimo è proprio il segno di croce dei genitori e dei padrini, dopo quello del sacerdote, sulla fronte del piccolo. Tutto è fatto nel nome della Trinità , nella sua grazia, nel suo amore, nella potenza del suo dono, nella capacità  sua di legare i coniugi nel vincolo del per sempre. � alla Trinit� che la famiglia guarda se vuol realizzare la sua missione nella Chiesa e nella societ�. La vocazione della famiglia, infatti, sta nell'educare alla relazionalità , nel creare armonia proprio dalla differenza, nel ricercare insieme il meglio non per sè ma per tutti. La famiglia che guarda alla Trinità  impara a pensare, parlare e vivere come "noi", come un corpo solo, pur nella diversità  delle membra. Se la differenza è subita ed imposta, nella famiglia si genera l'uniformità  e le differenze sono livellate, in nome di una comunione che non è generata dalla complementarietà . Dall'altro lato quando le differenze sono estremizzate e difese ad oltranza, non ci si incontra mai e le famiglie divengono degli "alberghi" dove si è buoni vicini, una sorta di "confederazione di stati" dove ciascuno cerca di intrattenere relazioni serene che sono equilibri umani, condividendo alcuni tempi della giornata, ma non la vita ed il cuore. La famiglia ritorni ad essere scuola di relazione dove si impara ad uscire dal proprio guscio per incontrare l'altro, dove la diversità  è accolta come ricchezza e possibilità  di incontro e di complementarietà , dove si vive l'amore che ci rende un corpo solo e si impara a tradurlo in impegno fattivo perchè l'amore, al pari della fede, senza le opere è morto in se stesso (cf Gc2,17). La beata Trinità  ci doni la forza della sua misericordia a cui nulla è impossibile in noi e nelle nostre famiglie.

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