PRIMO CENTENARIO DELLE APPARIZIONI DELLA MADONNA A FATIMA
Sabato 13 maggio 1917 la beata Vergine Maria apparve a Fatima a tre pastorelli: Lucia Dos Santos, di dieci anni, Giacinta e Francisco Marto, di sette e nove anni, per sei volte, dal 13 maggio al 13 ottobre del 1917. Le apparizioni mariane, a differenze di quelle di Gesù di cui ci parlano i vangeli, non appartengono al deposito della fede. Per cui si è cattolici anche se non si crede ad esse. Personalmente ritengo tuttavia che non credere alle apparizione di Maria riconosciute dalla Chiesa – come quella di Fatima – sia temerario. Sappiamo che il messaggio di Fatima ruota intorno alla preghiera e alla penitenza per ottenere la conversione. Maria ha avanzato queste richieste perché desidera risparmiare all’umanità i castighi che la minacciano a causa del peccato che ha invaso il mondo. Perciò la chiamata di Maria mette in gioco, in definitiva, la nostra libertà, cioè la nostra decisione interiore per il Signore, attraverso una vita sempre più aderente al Vangelo. Vediamo così che nel messaggio di Fatima non c’è nulla di “strano”. Si direbbe che Maria è apparsa per rinnovare l’invito alla nostra libertà ad aderire al Vangelo: lo ha fatto, però, sottolineandone l’urgenza, come per dire che una libertà che non si converte al Vangelo non genera vita, ma distruzione e morte. Quando noi pensiamo alla penitenza, alla preghiera, alla conversione, generalmente ci raffiguriamo qualcosa di triste: ma non è così. Preghiera, penitenza e conversione significano prendere gioiosamente sul serio Dio e il suo Vangelo. Detto in altri termini: vivere semplicemente il Vangelo incarna ciò che la Madonna ha chiesto a Fatima, quando ha parlato di preghiera, penitenza e conversione. Una vita secondo la forma del santo Vangelo è ciò che Maria ha chiesto a Fatima. Qui si colloca tutto l’impegno della Chiesa e di quella espressione della Chiesa che è la parrocchia in tutte le sue articolazioni: condurre tutti a vivere nella forma del santo Vangelo. Nel pellegrinaggio compiuto a Fatima sette anni fa, papa Benedetto disse: “Con la famiglia umana pronta a sacrificare i suoi legami più santi sull’altare di gretti egoismi di nazione, razza, ideologia, gruppo, individuo, è venuta dal Cielo la nostra Madre benedetta offrendosi per trapiantare nel cuore di quanti le si affidano l’Amore di Dio che arde nel suo”. Dopo la rivelazione del cosiddetto “terzo segreto di Fatima”, avvenuta in questo luogo nel corso della visita di San Giovanni Paolo II il 13 maggio 2000, l’allora card. Ratzinger ne diede la lettura teologica, che si concludeva così: “Vorrei alla fine riprendere ancora un'altra parola chiave del « segreto » divenuta giustamente famosa: « il Mio Cuore Immacolato trionferà ». Che cosa significa? Il Cuore aperto a Dio, purificato dalla contemplazione di Dio è più forte dei fucili e delle armi di ogni specie. Il fiat di Maria, la parola del suo cuore, ha cambiato la storia del mondo, perché essa ha introdotto in questo mondo il Salvatore - perché grazie a questo «Sì» Dio poteva diventare uomo nel nostro spazio e tale ora rimane per sempre. Il maligno ha potere in questo mondo, lo vediamo e lo sperimentiamo continuamente; egli ha potere, perché la nostra libertà si lascia continuamente distogliere da Dio. Ma da quando Dio stesso ha un cuore umano ed ha così rivolto la libertà dell'uomo verso il bene, verso Dio, la libertà per il male non ha più l'ultima parola. Da allora vale la parola: «Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo» (Gv 16, 33). Il messaggio di Fatima ci invita ad affidarci a questa promessa”.