UN GROSSO DISPIACERE

  • 23/09/2017
  • Don Gabriele

UN GROSSO DISPIACERE

Cari fratelli, la parrocchia di Castiglione riserva certamente al suo parroco delle gratificazioni, ma non gli risparmia i dispiaceri. C’è quello molto grande dei giovani che vivono come se Dio non ci fosse; c’è poi quello di tanti battezzati che non mettono piede in chiesa da anni; c’è l’altro dei tanti conviventi o sposati solo civilmente che non fanno un passo, nonostante li abbia ormai più volte sollecitati affinché aprano un dialogo; c’è quello delle famiglie ferite e divise con tutto ciò che questo fatto comporta sulla crescita dei figli, che appaiono sempre più insicuri, scontrosi, chiusi, in difficoltà a dar vita a buone relazioni; c’è quello degli anziani spesso soli e pieni di nostalgia … E ce n’è un altro, che può sembrare piccolo rispetto a quelli che ho elencati, ma non lo è! Sto parlando del grosso dispiacere che mi danno coloro che vanno a Messa altrove. Qualcuno può essere tentato di minimizzare, asserendo che l’importante è che vadano comunque a Messa. Ma non è così. Il fatto di andare a Messa fuori parrocchia pare sia determinato dalla “comodità” di orario. Posto che questa comodità può riguardare un quarto d’ora in più o in meno, e quindi si tratta di una comodità tutto sommato irrisoria, la scelta di andare a Messa altrove dimostra che non si è ancora capito che la Messa non è un fatto privato, perché la Chiesa non è un fatto privato, perché Dio non è un fatto privato. Chi va a Messa altrove, non “vive” la sua comunità, la quale poco alla volta gli diventa straniera; chi va a Messa altrove non “sente” la sua comunità, perché non ne percepisce lo spirito, i problemi, le speranze, la passione, i progetti. Chi va a Messa altrove poco alla volta diventa un “estraneo” nella sua comunità, perché rinuncia alle relazioni, alla gioia delle celebrazioni vissute insieme, all’incontro con gli altri. Chi va a Messa altrove pensa di essere a posto in coscienza ma io ho dei seri dubbi che lo sia davvero: non ha una comunità di appartenenza e ciò non è possibile nella Chiesa. A costui dovrebbe essere letto ciò che san Paolo dice alle sue comunità. Chi va Messa altrove è come un figlio che maltratta la famiglia perché fa quello che vuole, disinteressandosi di ciò che succede in casa. E potrei proseguire. E’ necessaria una seria riflessione perché se non si dà il proprio contributo di presenza, di servizio, di passione alla vita della comunità si viene meno a quella corresponsabilità acquisita il giorno del battesimo e della cresima. Riflettiamoci su.

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