LA FESTA DEI SANTI E LA COMMEMORAZIONE DEI DEFUNTI

  • 30/10/2016
  • Don Gabriele

LA FESTA DEI SANTI E LA COMMEMORAZIONE DEI DEFUNTI

Cari parrocchiani,

restano care alle nostre comunità queste due ricorrenze, aperte dalla solennità della dedicazione della chiesa parrocchiale; esse ci aiutano a ricordare i tre “stati”, per così dire, della vita della Chiesa: quello pellegrinante qui in terra, di cui è segno la chiesa fatta di pietre, che rinvia alla comunità terrena che in essa di raduna; quello oltre la morte ma non ancora di beatitudine, che tradizionalmente chiamiamo “purgatorio”, ossia lo stato in cui le anime si purificano per accedere alla visione di Dio; quello glorioso del cielo, in cui si è immersi nella luce, nella gioia e nella pace, ossia nella compagnia di Dio, della Madonna, dei Santi e di tutti coloro che hanno vissuto nell’amore. Nell’Angelus del 1 novembre 2011, papa Benedetto si esprimeva così: “La Solennità di Tutti i Santi è occasione propizia per elevare lo sguardo dalle realtà terrene, scandite dal tempo, alla dimensione di Dio, la dimensione dell’eternità e della santità. La Liturgia ci ricorda oggi che la santità è l’originaria vocazione di ogni battezzato. Cristo infatti, che col Padre e con lo Spirito è il solo Santo (cfr Ap 15,4), ha amato la Chiesa come sua sposa e ha dato se stesso per lei, al fine di santificarla (cfr Ef 5,25-26). Per questa ragione tutti i membri del Popolo di Dio sono chiamati a diventare santi. Siamo dunque invitati a guardare la Chiesa non nel suo aspetto solo temporale ed umano, segnato dalla fragilità, ma come Cristo l’ha voluta, cioè «comunione dei santi». Nel Credo professiamo la Chiesa «santa», santa in quanto è il Corpo di Cristo, è strumento di partecipazione ai santi Misteri - in primo luogo l’Eucaristia - e famiglia dei Santi, alla cui protezione veniamo affidati nel giorno del Battesimo. Oggi veneriamo proprio questa innumerevole comunità di Tutti i Santi, i quali, attraverso i loro differenti percorsi di vita, ci indicano diverse strade di santità, accomunate da un unico denominatore: seguire Cristo e conformarsi a Lui, fine ultimo della nostra vicenda umana. Tutti gli stati di vita, infatti, possono diventare, con l’azione della grazia e con l’impegno e la perseveranza di ciascuno, vie di santificazione. La Commemorazione dei fedeli defunti (…) ci aiuta a ricordare i nostri cari che ci hanno lasciato, e tutte le anime in cammino verso la pienezza della vita, proprio nell’orizzonte della Chiesa celeste, a cui la Solennità di oggi ci ha elevato. Fin dai primi tempi della fede cristiana, la Chiesa terrena, riconoscendo la comunione di tutto il corpo mistico di Gesù Cristo, ha coltivato con grande pietà la memoria dei defunti e ha offerto per loro suffragi. La nostra preghiera per i morti è quindi non solo utile ma necessaria, in quanto essa non solo li può aiutare, ma rende al contempo efficace la loro intercessione in nostro favore. Anche la visita ai cimiteri, mentre custodisce i legami di affetto con chi ci ha amato in questa vita, ci ricorda che tutti tendiamo verso un’altra vita, al di là della morte. Il pianto, dovuto al distacco terreno, non prevalga perciò sulla certezza della risurrezione, sulla speranza di giungere alla beatitudine dell’eternità, «momento colmo di appagamento, in cui la totalità ci abbraccia e noi abbracciamo la totalità» (Spe salvi, 12). L’oggetto della nostra speranza infatti è il gioire alla presenza di Dio nell’eternità. Lo ha promesso Gesù ai suoi discepoli, dicendo: «Vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia» (Gv 16,22). Alla Vergine Maria, Regina di tutti i Santi, affidiamo il nostro pellegrinaggio verso la patria celeste, mentre invochiamo per i fratelli e le sorelle defunti la sua materna intercessione.

Ultime News

07/06/2025

APPELLO ALL’UNITÀ

31/05/2025

ASCENSIONE E PENTECOSTE

24/05/2025

INIZIO DEL MINISTERO PETRINO DI PAPA LEONE XIV

17/05/2025

BREVE BIOGRAFIA DI PAPA LEONE XIV