EUCARISTIA E COMUNITA’
EUCARISTIA E COMUNITA’
Cari Parrocchiani,
La Chiesa è là dove si celebra l’Eucaristia! Questo dato di fede può essere declinato in conseguenze concrete che investono la vita della parrocchia. Accenno solo ad alcune. 1) La Chiesa – in tutte le sue manifestazioni, anche quella locale, cioè la parrocchia – è fatta dal sacrificio di Cristo, ossia dall’Eucaristica. La Chiesa non nasce dal basso ma dall’alto: è Cristo che fa di un insieme di persone, il suo Corpo, che vive nella storia come un popolo in cammino verso il Regno. 2) La celebrazione dell’Eucaristia è azione pastorale per eccellenza. Tutta l’attività della parrocchia (concretamente: tutti i gruppi, le associazioni, i servizi ecc.) deve essere tesa a favorire la partecipazione all’Eucaristia. Non si può stare troppo tranquilli se – per esempio – nel nostro gruppo c’è qualcuno che non ha ancora intrapreso un cammino di (ri)-avvicinamento all’Eucaristia domenicale. Qui si prova la nostra “ansia” missionaria … 3) Se la Chiesa – anche locale, ossia la parrocchia – è fatta dall’Eucaristia, non si dovrebbe evidentemente mai “saltare” la Messa domenicale; ma non si dovrebbe neppure con troppa leggerezza andare a Messa altrove. Ovviamente ciò non vale quando si è assenti per lavoro o in vacanza. Penso soprattutto agli operatori pastorali (ma non solo!): non riesco proprio a capire come possano recarsi a Messa altrove, quando non ci siano motivi seri per farlo. 4) La “scelta” della Messa domenicale dovrebbe rispondere a criteri comunitari e non semplicemente a criteri individuali. Può capitare che specifiche esigenze costringano qualche volta a scegliere la Messa “più comoda”, ma non deve essere abitualmente così. Il criterio “comunitario” deve avere la prevalenza su quello individualistico. Usando il paragone con la famiglia: che ne sarebbe di essa se ognuno entrasse, uscisse, pranzasse e cenasse quando gli è più comodo? Mi sto chiedendo da un po’ di tempo: le nostre assemblee eucaristiche esprimono davvero il “senso comunitario”? Non voglio affatto ridurre l’Eucaristia alla dimensione comunitaria-orizzontale a scapito della cura dell’interiorità e della sua dimensione verticale; ma non voglio neppure tacere l’aspetto comunionale che deve esistere fra noi, che è l’evidenza del nostro vero incontro col Signore. Ci sono molte altre conseguenze da trarre dall’assioma iniziale. Consegno – per ora – queste alle vostra meditazione, sempre con molta amabilità e con il desiderio di tendere insieme ad un bene superiore.