FERRAGOSTO FRA CIELO E TERRA - CONTEMPLANDO L'ASSUNTA
Ferragosto tra cielo e terra. Contemplando l'Assunta
Cari fedeli, a chiunque entri nella nostra chiesa parrocchiale "se non è troppo distratto da altro "l'immagine dell'Assunta, posta tra cielo e terra, con il volto e gli occhi rivolti verso l'alto, rappresenta l'indicazione di una prospettiva: il cielo, Dio. E, nello stesso tempo, una lettura della storia, anche della nostra piccola storia personale: il movimento verso Dio, come chiave della nostra esistenza: in Dio, infatti, c'è posto per l'uomo e nell'uomo c'è posto per Dio. Questo ci dice la bella statua della nostra Assunta e il suo atteggiamento. E Maria questa "lettura teologica" della storia l'ha data nel Magnificat, che si legge nella liturgia proprio il giorno dell'Assunta. Possiamo dire che il Magnificat è il frutto maturo della preghiera della Vergine Maria: è composto da tanti fili dell'Antico Testamento, intrecciati con la novità dell'incarnazione del Signore, che Lei sentiva realizzarsi anche fisicamente nel suo grembo. A tal proposito, mi permetto di riportare un passo dell'omelia che ho tenuto il 15 luglio di quest'anno a Lodi nel corso dell'ufficio delle Letture della festa della Madonna del Carmelo Dicevo: "Nell'ascolto e nella meditazione diuturna della Legge del Signore Maria si era impegnata a non scordarsi mai nessuna Parola. Le conservava appunto e le esaminava lungamente con l'intelligenza e il cuore, disposta e pronta a fare tutto quello che capiva, e a pregare per tutto quello che non capiva. E Inventù cosଠla preghiera intelligente e affettuosa insieme. Una preghiera che era un atteggiamento profondo della vita insieme alle parole della lode, un movimento del cuore che sapeva tradursi nelle parole adeguate; un'attenzione discreta e delicata ai bisogni della gente attorno a lei e insieme un non interrotto dialogo con Dio. Maria aveva capito che in questa preghiera c'entrava tutta la storia di ieri, di oggi e di domani, come ci dice nel Magnificat: c'entravano il mangiare e la fame, i troni e la polvere, gli angeli e gli innocenti ammazzati dagli oppressori, la miseria del popolo e la cugina anziana sterile e feconda, i vecchi sacerdoti senza prole e i fidanzati che dovevano sposarsi... infine tutte le antiche insopprimibili speranze dell'umanità ... Tutto si poteva riaggiustare nel nuovo modo di essere uomini che il Figlio suo aveva iniziato. CosଠMaria è la speranza che prende forma e la consegna a chi ancora nella Chiesa accetta di vivere come lei e con lei. Per questo, dentro questa cristianità stanca e confusa, Maria è davvero la stella che sul mare, spesso in burrasca, a cui noi tutti guardiamo con struggente e supplice speranza. Non abbandonerà la Chiesa. Il suo cuore Immacolato trionferà , e ancora la testa altera dell'antico serpente sarà schiacciata da questa Donna Immacolata, mite e forte, e da coloro che nel battesimo sono diventati, grazie anche a Lei, generazione di Dio". L'Assunta è allora l'icona della speranza certa, della storia salvata, dell'uomo che ha una meta e una casa. Contempliamola con gli occhi della fede e chiediamole di imprimere anche in noi il dinamismo del Magnificat, una chiave sapienziale per leggere la nostra vita e il nostro tempo col gusto di chi sa che tutto e nelle mani di Dio, che "ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito". Buona sagra!