Parrocchia

IL SALUTO: QUESTIONE DI BUONA EDUCAZIONE E NON SOLO!

Un dato che sto rilevando con una certa frequenza è il fatto che molti bambini e ragazzi NON SALUTANO. Capita di incontrarli per la strada o all’oratorio e ti ignorano completamente e anche salutandoli per primo fanno fatica a rispondere. Ma in casa si insegna la buona educazione? Qualche studioso ha rilevato che i bambini italiani sono i più maleducati d'Europa. Questo dato deve fare allarmare i genitori. Infatti la maleducazione non è altro che il sintomo di un disagio: rivela l'incapacità di gestire i conflitti e di esprimere le proprie emozioni. Questa incompetenza, crescendo, si può trasformare in difficoltà di avere relazioni, inadeguatezza nel fare scelte appropriate e in disagio psicologico. Inoltre, le buone relazioni sono alla base non solo dello sviluppo emotivo e sociale del bambino, ma anche di quello cognitivo. La buona convivenza nella comunità – sia essa parrocchiale, civile, familiare, scolastica ... – comporta la capacità di “stare in relazione”: il non salutare l’altro indica il rifiuto all’incontro, induce al ripiegamento su se stesso, fomenta l’egocentrismo e l’individualismo, che sono i mali del nostro tempo. Invito pertanto i genitori e gli educatori ad insegnare ai ragazzi a salutare. Purtroppo capita che anche gli adulti non salutino: forse per questioni di natura ideologica; l’esito è però solo quello di rendere le relazioni fredde, anonime, rancorose. Succede anche che alcuni genitori, in oratorio, non salutino affatto. Ciò non fa certo bene alla convivenza. La costruzione di civiltà serene dipende anche dai piccoli gesti di ogni giorno: il saluto è uno di questi. La ripresa dell’anno pastorale segni perciò anche uno sforzo nel rendere migliore il nostro stare insieme e il nostro reciproco frequentarsi.