IL PARADISO
Cari parrocchiani,
la festa dell’Incoronata, ci induce a pensare al Paradiso, dove Ella, come dice la Liturgia “siede su un trono di stelle”. Il Paradiso chiama in causa la nostra fede. In effetti, concludendo il Credo la domenica diciamo: aspetto la resurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Il mondo che verrà è appunto il Paradiso. Gesù ce ne ha parlato tante volte e ce ne ha voluto dare sicurezza quando, morente sulla croce, disse al ladrone pentito: "Oggi sarai con me in Paradiso" (vangelo di Luca); e quando, alla vigilia della sua morte, affermò: "Vado a preparare per voi un posto, affinché dove sono io siate anche voi" (vangelo di Giovanni). Non c’è qui lo spazio per fare una dissertazione sul Paradiso, vorrei solo invitarvi a pensarci, non per distogliere gli occhi dalla terra e dalle nostre responsabilità, ma per non perdere di vista l’orizzonte, come viaggatori sventati, che, lasciandosi abbagliare da quello che vedono, dimenticano di essere chiamati ad una pienezza ben maggiore. S. Paolo, elevato al terzo Cielo, poté dire: "Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, queste ha preparate Dio per coloro che lo amano". E Sant’Agostino sostiene che "la dolcezza della celeste gloria è tale che se ne cadesse una sola stilla nell’inferno, renderebbe dolci le sue amarissime pene". Per dire però come il pensiero del Paradiso non ci voglia alienare dal dovere di far del bene e trafficare i nostri talenti, ricordo ciò che esclamava San Filippo Neri, il quale, invitando a a darsi da fare per gli altri, diceva: «Non è tempo di dormire, perché il Paradiso non è fatto per i poltroni».