SAN LUIGI GONZAGA, I GIOVANI E L’ORATORIO
SAN LUIGI GONZAGA, I GIOVANI E L’ORATORIO
Cari parrocchiani, lunedì 20 giugno inizierà la “festa di San Luigi” presso il nostro oratorio a lui dedicato. Forse però San Luigi è un po’ dimenticato. Scrivo perciò queste poche righe per favorire l’attenzione verso questa figura di giovane, che non può solamente prestare il nome ad una realtà parrocchiale. Quest’anno, fra l’altro, ricorre il 425° anniversario della sua morte, avvenuta a Roma il 21 giugno 1591. Sappiamo che San Luigi apparteneva ad una casata nobile e ricca – i Gonzaga appunto – e sappiamo anche che egli scelse la via della sequela di Gesù, rispondendo alla vocazione religiosa fra i gesuiti, invece della vita di corte che gli si parava pronta dinanzi. Sappiamo poi che morì all’età di 23 anni, servendo gli appestati e contraendone il morbo. Si spense invocando il nome di Gesù, stringendo il Crocifisso in una mano e nell’altra una candela ardente, simbolo di quella vita soprannaturale, ricevuta in dono nel sacramento del Battesimo. San Luigi è senz’altro un modello da additare anche alla gioventù del nostro tempo, un maestro di perfezione ed una sperimentata guida verso la santità. “Il Dio che mi chiama è Amore - si legge in uno dei suoi appunti -, come posso arginare questo amore, quando per farlo sarebbe troppo piccolo il mondo intero?”. Nella sua visita a Castiglione delle Stiviere, nel 1991, San Giovanni Paolo II disse ai giovani: “Nella sua breve, ma intensa esistenza si avverte la freschezza del Vangelo divenuto vita vissuta. Egli è un autentico testimone di Cristo, che risponde senza paura alle sfide del mondo. Diventa, così, un maestro da seguire, un modello da imitare. Sì, una figura che provoca anche l’universo giovanile del nostro tempo, diviso tra l’intima tensione a dare un significato pieno alla vita e le mode superficiali della cultura individualistica e del consumismo edonista. Come Cristo, anche Luigi è diventato “segno di contraddizione”. Egli provoca ciascuno di voi, carissimi ragazzi e ragazze”. Io vorrei proporre ai nostri giovani questa provocazione. La vita è una sola, viverla senza l’impegno a diventare santi è come buttarla via. Sempre il grande Papa Giovanni Paolo II, nella circostanza sopra menzionata diceva: “Per questo il contenuto essenziale e decisivo della pastorale giovanile è educare i giovani alla fede, quindi all’incontro e alla comunione personale profonda con Gesù Cristo, Via, Verità e Vita, sicché la fede diventi per i giovani il criterio di giudizio e di valutazione dei fatti, degli uomini, delle cose e nello stesso tempo la risorsa per un’esistenza spesa nella logica del dono e del servizio. Solo una grande carica di spiritualità può generare e alimentare un’altrettanta carica di dedizione generosa e disinteressata dei giovani verso le molteplici e gravi necessità o povertà materiali e spirituali del nostro mondo”. Lo sfondo della settimana di San Luigi, che avrà nella Santa Messa del 21 giugno il suo punto fondamentale, deve essere occupato dalla figura di questo Santo e dal richiamo che esso rappresenta per i nostri ragazzi, per i nostri giovani e per il nostro oratorio.