Omelia del parroco per la Messa del 31 dicembre 2018 con il TE DEUM

  • 01/01/2019
  • Don Gabriele

31 dicembre 2018

S. MESSA CON TE DEUM

Ci ha riuniti questa sera, cari fratelli e sorelle, la celebrazione della solennità della divina Maternità di Maria e il ringraziamento col Te Deum per la conclusione dell’anno civile.

1. Nell’ottava del Natale abbiamo un pensiero a Colei per la quale il Figlio di Dio è nato nel mondo. Nei primi secoli della vita della Chiesa la riflessione e la preghiera hanno fatto maturare la convinzione che Maria, avendo dato al mondo Cristo, che è la seconda persona della SS. Trinità – Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, come diciamo nel “Credo” – non è solo la Madre dell’uomo Gesù, ma anche del Figlio di Dio, quindi la possiamo chiamare davvero e a ragione “Madre di Dio”. Il Concilio di Efeso, nel 431, definì dogmaticamente la verità di questo fatto, applicando a Maria il termine bellissimo di “Teothokos”, ossia – appunto – Madre di Dio. Eco di questa attribuzione, che fu motivo di gioia per tutta la Chiesa, come ci descrive la cronaca di San Cirillo di Alessandria, è l’antifona, che da quasi due millenni si canta, e che anche noi cantiamo: “Sub tuum praesidum confugimus Sancta Dei Genitrix” – “Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio”. Come ricorderete, papa Francesco ha chiesto che fosse recitata tutti i giorni del mese di Ottobre, al termine del Rosario, per chiedere alla Madre di Dio la protezione sulla Santa Chiesa. Pare, infatti, che questa preghiera sia molto odiosa al diavolo, il quale molto la teme. Chiederò a chi è incaricato di recitare il Rosario in chiesa, prima della Messa, di aggiungere sempre, d’ora in poi, questa preghiera, al termine del Rosario. E distribuirò a tutti coloro che lo recitano privatamente il testo della preghiera, affinché sempre terminino il Rosario con questa antichissima antifona.

2. Il ringraziamento al Signore per i benefici ricevuti nel corso dell’anno che si chiude, lo eleviamo innanzitutto con l’Eucaristia, che è il grande rendimento di grazie della Chiesa, per la vita e l’immortalità che ci sono venute grazie alla morte e alla resurrezione di Gesù, e lo prolungheremo col canto del Te Deum, questo antichissimo inno la cui composizione è attribuita a Sant’Ambrogio e a Sant’Agostino.

Ciascuno di noi ha numerosi motivi per ringraziare Dio: basta volgere lo sguardo a ritroso per rendersi conto della “caterva” di doni ricevuti. Sarebbe bello enumerarli, anzi raccontarli, ma non ne abbiamo il tempo; ciascuno di noi lo può fare nel suo cuore. Essere capaci di vedere un dono, senza che il ripetersi abituale dello stesso lo trasformi in diritto, rende capaci di gioire e di ringraziare. Come dicevo la notte di Natale, questa società “gaudente e disperata”, appropriandosi dei doni, non li vede più. L’ingratitudine si è resa palese anche tra noi, proprio a Natale: quanta gente – intere famiglie – “non hanno fatto Natale”: a costoro neppure la tenerezza di un Dio che si fa bambino dice più nulla! Questo fatto, mentre spinge la nostra parrocchia ad intensificare l’azione missionaria, mi induce a ricordare a tutti: Dio non voglia, che per insegnarci la lezione, un giorno ci tolga i doni di cui abitualmente ci gratifica.

3. Come è consuetudine, in questa Messa di fine anno, diamo uno sguardo insieme alla vita della Chiesa e specialmente alla vita della nostra parrocchia.

Ringraziamo innanzi tutto per la vitalità della Sposa di Cristo che continua il suo pellegrinaggio tra le prove, che non Le sono mancate – provenienti dall’interno e dall’esterno (come ha ricordato il Papa parlando alla Curia Romana prima di Natale), e le gioie che Le vengono da Dio e dai suoi figli Santi.

Rendiamo grazie per la celebrazione del Sinodo dei Giovani, che ha impegnato la Chiesa universale: ad esso anche alcuni dei nostri giovani si sono preparati partecipando al pellegrinaggio che dall’Umbria si è snodato fino a Roma, dove sono stati confermati nella fede dal Santo Padre il Papa, a cui va sempre il nostro pensiero orante. Rendiamo grazie anche per la canonizzazione del papa Paolo VI ora sicuro nostro intercessore presso Dio.

L’evento, a lungo preparato, che ha caratterizzato la prima parte dell’anno pastorale della nostra parrocchia, e per il quale vogliamo ringraziare, è stato senza dubbio la Missione Parrocchiale. Nonostante l’inclemenza del tempo, sono stati giorni molto intensi, che hanno permesso ai missionari di gettare qualche buon seme: soprattutto quello dell’amore per la Parola di Dio, che ha visto poi la decisione di riprendere in autunno i Centri di Ascolto della Parola suddivisi in nove gruppi, che raggiungono oltre un centinaio di fedeli, tra cui alcuni non praticanti. Anche le lectiones divinae d’Avvento sono state molto ben partecipate; forse anche questo è frutto della Missione. Un elemento che mi lascia sempre un po’ perplesso è l’incostanza: non parlo solo della lectio ma in genere; si viene una volta, poi si salta, poi si ritorna. La costanza è necessaria per ogni itinerario: senza fatica non si ottiene nulla, neppure nel campo dell’educazione della propria fede.

Altri tre eventi straordinari per cui vogliamo ringraziare sono stati la celebrazione del 150° anniversario della morte del vescovo mons. Antionio Novasconi, nostro concittadino, il Pellegrinaggio in Terra Santa, intenso e sereno, e l’Assemblea Parrocchiale, durante la quale i vari gruppi della parrocchia si sono presentati. Ne è nata una sorta di sinfonia: ma è sempre necessario che – per restare nella metafora – gli strumenti provino a suonare insieme trovando gli accordi necessari. Quella dell’unità è una sfida che non possiamo permetterci di perdere: l’immagine di parrocchia che diamo, infatti, ha un collegamento diretto con l’azione missionaria della stessa: se non ci vogliamo bene e non stiamo uniti, come potranno altri decidere di far parte con noi? Vorrei aggiungere anche un’altra domanda: vogliamo davvero bene alla nostra parrocchia? Continuo a ritenere il fatto di andare a Messa con facilità altrove un segno di poco affetto alla propria comunità: è come se in famiglia si tralasciasse con leggerezza di essere presente ai momenti più importanti.

Non dimentichiamo di ringraziare per la vita ordinaria della parrocchia e dell’oratorio, che rappresenta l’aspetto capillare, feriale, che favorisce la crescita della comunità.

Ringraziamo per i 17 bambini rinati a vita nuova nel Battesimo; per i 33 bambini che per la prima volta si sono accostati al sacramento della riconciliazione; per i 26 bambini che hanno ricevuto per la prima volta il Corpo del Signore; per i 25 ragazzi a cui è stato amministrato il sacramento della Cresima; per i 15 quattordicenni che hanno fatto la professione di fede e i 10 diciottenni che l’hanno rinnovata. Ringraziamo e preghiamo per le nove coppie di fidanzati che si sono unite in matrimonio (5 in parrocchia; 4 fuori). Affidiamo nuovamente al Signore i 56 tra sorelle e fratelli che sono tornati alla sua casa.

Rendiamo grazie anche perché continua il graduale risanamento economico dei conti della parrocchia.

A tal proposito, vi rendo noto che la disponibilità economica della parrocchia alla data di oggi è pari ad Euro 131.987. Il debito totale residuo è di Euro 197.575, di cui: 183.290 Euro sono relativi al mutuo in essere, che scadrà nel 2016; il restante concerne i fornitori dell’Oratorio e i lavori di manutenzione della chiesa parrocchiale e della zona adiacente alla stessa.

Nell’anno che si sta chiudendo, la nostra parrocchia ha devoluto la somma di 14.930 Euro a favore di opere caritative e di evangelizzazione, attraverso le diverse raccolte per giornate nazionali, diocesane e straordinarie.

4. In te Domine speravi, non confundar in aeternum. In te, o Signore, ho sperato: non sarò confuso in eterno.

Con queste parole si chiude la forma lunga del Te Deum.

La speranza, infatti, non delude. Ed è l’Eucaristia, la comunione alla vita del Signore, che è la radice di questa speranza. A Gesù misericordioso affidiamo l’anno che sta terminando e quello che inizia, certi che sperando in lui mai saremo confusi.

Ultime News

22/04/2025

I “PELLEGRINI DI SPERANZA” LA TROVANO IN CRISTO RISORTO

22/04/2025

Omelia del Parroco durante la Veglia Pasquale

22/04/2025

Omelia del Parroco nella Messa in suffragio di papa Francesco 22 aprile 2025

18/04/2025

Omelia del Parroco durante la Missa in Coena Domini