I FUNERALI

  • 01/07/2017
  • Don Gabriele

I Funerali

Cari fedeli, la celebrazione delle esequie cristiane per i nostri cari rappresenta un momento forte non solo per i congiunti del defunto, ma anche per tutta la comunità. Noi cristiani salutiamo i nostri morti portandoli in chiesa, celebrando per loro il sacrificio dell’Eucaristia, che fin dall’inizio dell’era cristiana è stato offerto non solo per i vivi ma anche – appunto – per i morti. Durante la celebrazione delle esequie, l’omelia del celebrante tende sempre ad offrire spunti di riflessione, allo scopo di cogliere nella fede il significato di quel momento, il senso di quella preghiera, il perché di quel rito. In questo piccolo intervento vorrei puntualizzare con cortesia ma anche con fermezza qual è il comportamento da tenere in occasione delle esequie dei nostri cari. 1) Sarebbe opportuno, nello spazio che intercorre fra il decesso del nostro defunto e il funerale, chiedere al sacerdote di potersi confessare: riconciliarsi pienamente con Dio in questo frangente, attraverso il sacramento della confessione, apre il cuore a pensieri di speranza e rende la preghiera per il nostro caro defunto maggiormente efficace; infatti la preghiera di un cuore puro è particolarmente gradita al Signore. 2) Quando il sacerdote giunge alla casa del defunto per la preghiera con cui si inizia il rito delle esequie, le chiacchiere dovrebbero cessare: è un brutto sentire, mentre si recitano le preghiere all’interno della casa del defunto, udire conversazioni all’esterno ad alta voce, senza alcun rispetto per il defunto e i suoi parenti a funerale già iniziato. 3) Il tragitto dalla casa alla chiesa rappresenta una sorta di pellegrinaggio: è il segno del nostro cammino verso la casa del Padre. Deve svolgersi nella preghiera. Si risponde alle invocazioni pronunciate dal sacerdote, oppure, se non si è credenti e si partecipa per solidarietà, si mantiene un rispettoso silenzio. E’ capitato, purtroppo, che il trasporto del defunto dalla casa alla chiesa sia avvenuto nell’assenza totale di risposta alla preghiera del sacerdote e, in alcuni casi, in un chiacchiericcio continuo. Così non va bene. In questi casi, sarebbe meglio che il trasporto dalla casa alla chiesa avvenisse senza il cosiddetto “corteo”. Lo stesso si deve dire (e a volte è stato anche peggio) per il tragitto dalla casa al cimitero. 4) Durante la celebrazione della Messa esequiale non è obbligatorio accostarsi alla Comunione se non si è in grazia di Dio. Si ha a volte l’impressione che alcuni parenti dei defunti si accostino alla Comunione per “convenienza sociale”, anche se sono anni che non mettono piede in chiesa o vivono permanentemente in situazioni moralmente contrarie al Vangelo. Non è sufficiente la spinta emotiva per accedere al sacramento dell’Eucaristia: da sempre la Chiesa insegna che si deve essere “bene dispositus”, ossia trovarsi nelle condizioni di potervisi accostare. Cari fedeli, offro alla comunità questi pochi pensieri allo scopo di rendere anche le celebrazioni esequiali sempre più vere, conformi cioè allo spirito con cui la Chiesa desidera che si celebrino, affinché siano davvero fruttuose per i morti e per i vivi.

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