Stralcio dell'omelia del Parroco di domenica 7 febbraio- Giornata nazionale della vita
...... Duc in altum anche per continuare ad annunciare il Vangelo della vita.
Noi crediamo come rivelato da Dio onnipotente tramite Cristo Signore che la vita è sacra dal suo primo affacciarsi fino alla sua fine naturale. Quando il gamete maschile feconda l’ovulo femminile lì c’è una nuova vita e nessuno può più manipolarla. Per cui ciò che sta accadendo in Inghilterra in questi giorni, ossia la manipolazione del DNA di una trentina di embrioni, è un vero attentato alla vita. Non si può per un fine buono – lo studio delle difficoltà riproduttive – manipolare ciò che è ormai “umanamente altro” rispetto alla donna e all’uomo che lo hanno generato. I primi giorni di vita di un altro individuo, rispetto ad un uomo e ad una donna che lo hanno generato, non possono essere liquidati asserendo che si tratta di “un grumo di cellule”: perché se lì c’è la vita, nessuno può stabilire a partire da quando essa deve essere tutelata: qualche settimana, qualche mese etc.. Tutti noi siamo stati quel "grumo" di cellule.
La manipolazione della vita si risolverà sempre contro la creatura umana.
A monte di tutto ciò c'è una filosofia deleteria che tende a “costruire” l’uomo come lo si vuole; così come tende a destrutturarlo. Per cui si arriverà da una parte a costruire un bambino con le caratteristiche che si desiderano, così come ognuno costruirà se stesso a seconda di ciò che gli piace. E’ la cd. teoria del gender, che non riconosce più nulla di oggettivo, anche in riferimento al proprio genere maschile o femminile, per sostituirlo con ciò che io mi costruisco. Ma la rinuncia a parametri oggettivi genera una tale ipertrofia del soggettivismo, al punto che uno diventa norma a se stesso, cosicché vuole sempre e sempre di più, spingendo poi affinché ciò che è una sua voglia sia riconosciuto come diritto da tutelare. E’ chiaro che questi "diritti impazziti" finiscano per generare ingiustizie gravissime: ciò avviene, per esempio, quando si esige di poter adottare un figlio a tutti i costi ottenuto dal proprio partner attraverso l’affitto di un utero di una donna in genere bisognosa di aiuto economico. Legiferare a favore di questi pseudodiritti, condurrà le società alla rovina.
Per quel che riguarda la terribile piaga dell’aborto, è mio dovere come pastore della comunità sollecitare tutti ad essere vicino in tutti i modi possibili alle donne che siano in attesa di un bambino e abbiano qualche difficoltà di qualsiasi natura a portare avanti la gravidanza.
Così come è mio dovere di ministro della Chiesa avvertire che quanti fanno ricorso all’aborto, o vi concorrano direttamente (medici, infermieri, coloro che convincono una donna ad abortire), qualora siano maggiorenni, lucidi di mente, senza costrizione, e siano informati delle sanzioni canoniche relative, incorrono nella scomunica latae sententiae, la quale cioè si realizza nel momento stesso in cui l’aborto abbia affetto, la cui remissione è riservata al Vescovo.
Ricordo poi che in questo anno santo della misericordia tutti i sacerdoti sono stati muniti dal Papa della facoltà di assolvere non solo dal peccato di aborto, ma anche dalla scomunica ad esso annessa.
La scomunica sottolinea la gravità del peccato, perché l’aborto è l’uccisione della creatura più indifesa che ci sia dentro il grembo della propria madre, il che rende questo peccato particolarmente odioso.
Ci accostiamo ora all’altare per celebrare il sacrificio di colui che la vita l’ha offerta per noi, perché noi avessimo la vita e l’avessimo in abbondanza. Ci sostenga lui nel nostro gioioso compito di annunciare il Vangelo della vita, che col battesimo diventa fin da ora eterna.