SET ANDAT A FA NADAL

  • 19/12/2020
  • Don Gabriele

SET ANDAT A FA NADAL?

Cari fratelli e sorelle, dalle mie parti (non lontano da Castiglione) questa domanda – “Set andat a fa Nadal? – racchiudeva un insieme di significati. Si passava da quello immediato, essere cioè andati a confessarsi e a comunicarsi, ad un altro che probabilmente non tutti percepivano. Ossia: Natale è davvero Natale nella misura in cui ti unisci a Colui che è nato. Altrimenti resti fuori dal Natale, cioè ne percepisci e ne vivi gli aspetti più esteriori che hanno senso però solo se conservi il nucleo centrale. Che significato hanno infatti i regali e i pranzi natalizi se togli il nucleo della festa? Si arriva fino alla contraddizione di chi non riconosce più nessun contenuto religioso al Natale e poi lo festeggia con doni e pranzi! Che senso ha? Negano (o dimenticano) ciò che poi celebrano! Sento già le obiezioni e posso anche capirle. Ma insisto: chi toglie il nucleo al Natale – che consiste nell’unirsi con la fede e i sacramenti a Colui che è nato – lo riduce alla festa dei bei sentimenti, che durano un soffio; lo trasforma in qualche cosa di esteriore e di stucchevole, persino in qualcosa di falso. Occorre restituire verità alle cose, altrimenti portiamo acqua al mulino dell’insipienza di cui siamo stati attoniti spettatori in queste settimane in cui politici e virologi – riferendosi all’orario della celebrazione della Messa della notte di Natale – hanno indossato la veste di papa, vescovo e parroco (con sufficienza) per dire ai cattolici – con malcelato fastidio – come avrebbero dovuto celebrare l’ora in cui è nato il Signore Gesù. Cari amici, la fede è qualcosa di molto serio, non è lo spunto per parlare d’altro o fare altro. La domanda: “Set andat a fa Nadal?” ci dice anche che il Natale va “fatto”, cioè implica qualche azione da parte nostra, ossia un’adesione del cuore, uno stupore interiore, una partecipazione del nostro essere attraverso la confessione dei nostri peccati e l’unione con Colui che nasce tramite la Comunione, per poi riconoscerlo in tutti gli uomini e le donne di cui Egli è divenuto fratello, condividendo la vita di tutti. “Fare Natale” implica perciò un “passaggio”: passare cioè nella “forma di Cristo”, assumerlo per goderlo e testimoniarlo.

Buon Natale a tutti, indistintamente. Con un abbraccio fraterno

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