I SANTI E I MORTI
I SANTI E I MORTI
Ritornano, cari fedeli questi giorni santi nei quali siamo chiamati a pensare con più insistenza al nostro passaggio da questo mondo al Padre. Notate che non ho scritto: “da questo mondo all’altro”. Non esiste, infatti, un “altro mondo” rispetto a questo. La vita termina non in un immaginario “regno dei morti”. La morte, infatti, è una trasformazione, una metamorfosi, un cambiamento a causa del quale siamo introdotti nella verità della vita. E’ come un parto. Non lasciamoci ingannare da medium, maghi e fattucchiere. Cristo è morto per trasformare la morte nel passaggio alla vita risorta come la sua. Allora noi ci aggrappiamo a lui, il buon Pastore: “Se anche dovessi camminare in una valle oscura, non temo alcun male, perché tu sei con me”. Così dobbiamo pensare al morire. Ed esercitiamoci fin da ora a pregare con le parole uscite dalla bocca di Gesù, prima di morire: “Padre, nelle tue mani affido io mio spirito”. Conceda a tutti noi il Signore di morire con queste parole sulla bocca.