IL RUOLO INDISPENSABILE DEL PADRE. 2 (continua)

  • 17/10/2020
  • Don Gabriele

IL RUOLO INDISPENSABILE DEL PADRE. 2 (continua)

Cari fratelli e sorelle, offro ancora qualche spunto di riflessione sulla figura del padre, desunto sempre da un conferenza tenuta da padre Giovanni Cucci, gesuita, lodigiano, che è stato già ospite in parrocchia qualche anno fa.

Il compito del padre 2) Proteggere

Il secondo fondamentale compito del padre è di proteggere il figlio/a nel suo ingresso nella realtà esterna e di infondere fiducia, in modo che possa affrontare e superare difficoltà confidando nelle proprie capacità. La figura di un padre forte ma benevolo protegge soprattutto da due pericoli: associando autorità e bontà, egli può mostrare al bambino il significato presente nelle cose; in secondo luogo insegna a riconoscere e gestire la propria aggressività. È la funzione di contenimento (holding) fondamentale in questa tappa di vita, che il genitore è chiamato ad assicurare, presentandosi come un esempio di autorità ma anche di pazienza. Nell’Odissea Ulisse può essere riconosciuto come padre solo quando, al termine del poema, il figlio lo vede imbracciare l’arco, con fare dimesso ma deciso: «Sembra che Omero abbia pensato ai nostri tempi e ci abbia avvertiti: il padre non scompare mai del tutto. Ma non crediate di ritrovarlo nei maschi rumorosi: quelli sono i Proci, gli eterni non-adulti. Se qualcuno invece è umile, paziente, potrebbe essere lui, sopravvissuto a guerre e tempeste»32. L’arco può simboleggiare il ruolo e il compito del padre, che non è delegabile; e difatti nessuno dei Proci è in grado di maneggiarlo, perché non ne hanno l’autorità. Ma il padre di cui qui si parla non è affatto il padre-padrone che ha caratterizzato le nostre società degli ultimi due secoli, conducendo infine al suo rifiuto e allontanamento. Ulisse infatti, precisa Omero, maneggia l’arco come un musicista accarezza la sua arpa, associando con questo gesto le due caratteristiche essenziali del padre: la forza e la dolcezza. Solo quando è in grado di unire in sé queste due virtù, l’autorità e la tenerezza, Ulisse può nuovamente tendere il suo arco, e mettere fine alla «notte dei Proci» (L. ZOJA, Il gesto di Ettore…, cit., 305; cfr Odissea, XXI, 404-410).

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