UNA COMUNITA’ DI SERVITORI

  • 12/09/2020
  • Don Gabriele

UNA COMUNITA’ DI SERVITORI

Cari fratelli e sorelle, l’avvio del nuovo anno pastorale, che si articola sui tre settori fondamentali della vita della comunità cristiana, ossia la liturgia, la catechesi e la carità, ripropone il tema del servizio. Questa attitudine non è opzionale cosicché possa essere lasciata ai “generosi”: basta leggere il Vangelo. Il servizio ci qualifica come autentici discepoli del Signore. Prendersi cura degli altri, mettendoci al loro servizio, rappresenta inoltre la cartina di tornasole di una fede che si incarna, ossia di una fede che sta dentro la storia e la trasforma. Le conseguenze della pandemia e del relativo lockdown possono averci “infiacchito”, forse anche demotivato: bisogna reagire. Non c’è miglior medicina di quella che ci spinge a metterci a servizio della comunità, a servizio degli altri. Lancio, perciò un appello a tutti, affinché avvertano questa chiamata e rispondano con generosità. E’ necessario non disperdere il patrimonio di coinvolgimento a favore della comunità che ha contraddistinto questa parrocchia e che ancora è presente. Per questo, non posso non ringraziare di cuore a nome dell’intera comunità tutti i volontari che si sono messi generosamente al servizio della parrocchia in svariati modi: quanti abitualmente si prendono cura delle chiese, dell’oratorio e degli altri immobili (anche della scuola materna) con la pulizia, la custodia, la manutenzione; quanti si sono resi disponibili ad espletare il “servizio d’ordine” all’ingresso delle chiese allo scopo di assicurare l’osservanza delle disposizioni anti-Covid; chi segue l’impegnativo settore amministrativo (in tutte le sue articolazioni) della parrocchia e della scuola materna e svolge attività di segreteria; quanti si sono dati da fare in occasione della festa patronale e hanno confezionato le nuove “sandaline”; coloro che curano la sacrestia e la biancheria; chi sostiene il canto alle lodi e alla Messa; i membri dei cori parrocchiali (corale, AniMe, coretto Giovanni Paolo II, coretto esequie); i ministri straordinari della S. Comunione e tutti i ministranti; i lettori; i catechisti; gli operatori della Caritas (in tutte le sue espressioni, tra cui “compiti insieme” e “scuola di italiano”) e del Centro di ascolto; quanti si occupano della “buona stampa” e provvedono alla distribuzione del Notiziario parrocchiale; i volontari del bar dell’oratorio; i dirigenti e i collaboratori delle società sportive; i membri dei vari Consigli; quanti all’occasione, accorgendosi del bisogno immediato, non si tirano indietro. Sarebbe bello che anche altri si unissero a costoro: fratelli e sorelle che con semplicità, senza pretese, servono altri fratelli e sorelle. E non dimentico chi svolge il “servizio” più importante: quello della preghiera, partecipando quotidianamente all’Eucaristia e pregando nelle proprie case. Non dimentichiamolo mai: la preghiera apre le situazioni a Dio; la preghiera di intercessione per i fratelli e le sorelle è un atto di squisita carità, un’emanazione genuina della fede.

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