SIAMO "PERSUASI"?
SIAMO "PERSUASI"?
(Volentieri ospitiamo la riflessione di un nostro parrocchiano)
"C'era un uomo ricco, che era vestito di porpora e di bisso e tutti i giorni banchettava lautamente. Un mendicante, di nome Lazzaro, giaceva alla sua porta, coperto di piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. …… tra i tormenti, levò gli occhi e vide di lontano Abramo e Lazzaro accanto a lui" (vangelo di Luca 16, 19-31). Chi non la ricorda questa parabola? Il ricco, di cui non si sa il nome, implora Abramo affinché Lazzaro possa essergli di aiuto o almeno possa essere di aiuto ai suoi familiari, affinché non ripetano i suoi errori, affinché imparino. Sì, imparino ... "Abramo rispose: Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro". Ma padre Abramo, se uno resuscitasse dai morti" … “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti saranno persuasi".
Il 21 Febbraio, come un fulmine a ciel sereno, una disgrazia tremenda si è abbattuta su tutti noi: lutti, dolore, paura, spavento e disperazione. Rapporti interrotti, isolamento, precauzioni a non finire. Poi, dopo quasi tre mesi, le restrizioni a cui eravamo obbligati si sono allentate … e tutto sta riprendendo come prima?? Che cosa abbiamo imparato?? A me sembra che tutto sia ripreso come prima o stia riprendendo come prima. Questi mesi allora sono stati una inutile pausa? Una perdita di tempo? Un nonsenso? Spesso mi chiedo: Ma a noi "uomini" che cosa occorre per essere "persuasi"?
In questi primi giorni di ritrovata "autonomia", dove si è ripreso un po' di serenità e fiducia, purtroppo si notano inspiegabili atteggiamenti, si sentono discorsi insensati, si ascoltano progetti che neanche prima di questo disastro si potevano immaginare. Ma è possibile? E’ veramente possibile che questi mesi tremendi appena trascorsi, non ci abbiano insegnato niente? Poveri noi! Poveri uomini se così fosse. Se anche questa volta non dovessimo renderci conto che serve uno "sguardo" nuovo, un nuovo approccio alla vita, un atteggiamento diverso, fatto di una serena "consapevolezza", senza calcoli e convenienze, e con un solo progetto comune, cioè stupirci ogni volta anche solo per le piccole cose, allora non avremmo capito niente ... Sì, se anche questa volta non riusciremo a convincerci che questa dolorosa pandemia è stato un "segnale" per la nostra umanità, allora veramente "neanche se uno risuscitasse dai morti saremmo persuasi" e sarebbe un'altra occasione perduta.