Omelia del Parroco tenuta a braccio durante la Messa del Lunedì dell’Angelo, trasmessa in streaming, 13 aprile 2020

  • 14/04/2020
  • Don Gabriele

Omelia del Parroco tenuta a braccio durante la Messa del Lunedì dell’Angelo, trasmessa in streaming

13 aprile 2020

1. Il cammino delle donne e il cammino delle guardie

Il brano di vangelo che abbiamo ascoltato secondo Matteo, nella sua prima parte, è esattamente quello che abbiamo già udito la notte di Pasqua. Si tratta dell'incontro di Gesù risorto con le donne che erano andate al sepolcro. Ricordate era esattamente il terzo punto dalla meditazione che abbiamo fatto la notte di Pasqua: “I piedi del Signore”.

Dopo aver adorato il Signore risorto, stringendogli i piedi, le donne si mettono in cammino per andare ad annunciare ai suoi discepoli di tornare in Galilea, là dove tutto era cominciato, là dove l'avrebbero visto secondo la parola che egli, Gesù, aveva detto loro prima della passione e della morte.

Mentre le donne si mettono in cammino per recare questo annuncio, succede qualcosa di molto oscuro. Da una parte c'è questa grande luce e dall'altra parte c'è questa oscurità. Abbiamo sentito: mentre le donne erano in cammino, alcune guardie giunsero in città e annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. E che cos'era accaduto? Ricordate il vangelo della notte di Pasqua: un angelo dal cielo scende, rotola via la pietra del sepolcro, si siede sulla pietra del sepolcro. Ha un aspetto sfolgorante, le guardie – dice il testo di Matteo – cadono a terra tramortite. Quindi queste guardie hanno visto quello che è successo; queste guardie sono testimoni dalla risurrezione del Signore. Eppure vedete che duplicità di atteggiamento: da una parte ci sono le donne che vanno ad annunciare la resurrezione del Signore, dall'altra parte ci sono le guardie che vanno semplicemente a riferire quello che è successo. E’ una cosa straordinaria la resurrezione di Cristo che non è come la resurrezione di Lazzaro pur strepitosa. Lo abbiamo già detto tante volte: la risurrezione di Lazzaro è il fatto sconvolgente della rianimazione di un cadavere tale da quattro giorni; Lazzaro, a suo tempo, sarebbe morto, tanto è vero che Lazzaro non è in mezzo a noi. Ma la risurrezione di Cristo non è la rianimazione di un cadavere: è il passaggio alla vita definitiva di Dio, a quella dimensione dell’esistere nella quale entreremo anche noi per sua grazia. E’ la riuscita della creazione! Se Cristo non fosse risorto, la creazione dell'uomo sarebbe un fallimento perché tutto finirebbe nella corruzione del sepolcro, ma il corpo di Cristo risorto è la celebrazione del trionfo della creazione. Si parla tanto oggi di rispetto della natura, è giustamente!, il mondo creato deve essere tutelato, dobbiamo avere una passione, chiamiamola così, ecologica, ma stiamo attenti al “naturalismo”, siamo attenti a non scadere nel “naturalismo” perché la natura non deve essere adorata, non deve essere venerata, tant'è vero che la natura vedete cosa ci ha consegnato: ci ha consegnato questo dramma, ci ha consegnato questo virus; quindi certe distinzioni vanno fatte. La resurrezione di Cristo è il trionfo della creazione ma che passa attraverso l'itinerario di cui il vangelo ci parla. Del resto, tutta la creazione, come dice S. Paolo, geme e soffre nelle doglie del parto, essa, cioè, deve passare attraverso un rinnovamento, una trasformazione pasquale.

2. La corruzione che vuole soffocare la resurrezione

Tornando al brano evangelico, queste guardie, pur essendo state testimoni di questo episodio meraviglioso, vanno semplicemente a riferire. Avete sentito cosa succede poi: gli anziani i capi dei sacerdoti si consultano, danno una buona somma di denaro ai soldati e ingiungono loro: “Dite che sono venuti a rubarlo mentre voi dormivate”. Avremo delle belle digressioni da fare su delle guardie che dormono. Tra l'altro vedete che sono le guardie dei sommi sacerdoti perché Pilato, ai sacerdoti che gli chiedono i soldati per custodire il sepolcro, dice: “Metteteci le vostre guardie; ce le avete, metteteci queste”. Sono quindi le guardie del tempio, che custodiscono il sepolcro, le quali – rispetto ai soldati romani che avevano un interesse puramente politico – avevano anche un interesse religioso, quindi la loro attenzione era particolarmente puntuta. Ebbene vedete cosa succede: questi capi corrompono le guardie. Ma vi accorgete dell'enormità della cosa? Cioè di fronte alla risurrezione del Signore, di fronte a questa novità meravigliosa che è destinata a cambiare in definitiva la nostra vita e a fondare la nostra speranza, la corruzione! Quelli non si smuovono, non si smuovono dal loro sistema di potere. Neanche la resurrezione di Cristo è stata in grado di smuoverli; si tratta di una corruzione pervasiva, una corruzione che dura anche oggi. Quando finirà il dramma che stiamo vivendo a causa della pandemia, riprenderà la corruzione come prima? Senza dimenticare il fatto che anche in questo dramma la corruzione è andata avanti. Vogliamo parlare dei prezzi lievitati? Purtroppo anche non molto lontano da noi. Ci sono commercianti che regalano generi alimentari, altri che hanno pensato bene di alzare i prezzi in questa congiuntura. Vedete com'è pervasiva la corruzione? Non si ferma davanti a nulla. Non si ferma davanti alla resurrezione, non si ferma davanti al dolore. Ma se non cambiamo, se non cambiamo, se permettiamo che la corruzione corrompa il nostro cuore e rovini la vita dei nostri fratelli, dov'è finita l'umanità? Una corruzione pervasiva. Neanche di fronte alla resurrezione questi uomini sono stati capaci di rientrare in se stessi e di capire che quello era un annuncio buono anche per la loro vita. Cari fratelli e sorelle, allora davvero diventiamo pensosi su questa cosa, diventiamo pensosi sui nostri stili di vita; domandiamoci quando noi abbiamo soffocato la resurrezione di Gesù per i nostri interessi, quante volte l'abbiamo soffocata per la paura di perdere il nostro potere, quante volte non abbiamo permesso alla risurrezione di Gesù di sprigionare anche nel tessuto sociale e nelle relazioni tutta la sua novità perché avevamo paura di perdere qualcosa. Questo brano di Vangelo di oggi, del lunedì di Pasqua, ci provoca perché possiamo correre il rischio di puntare subito il dito sugli anziani dei sacerdoti ai capi del popolo, senza fare una lettura critica di quando noi abbiamo soffocato alla resurrezione per i nostri interessi per i nostri punti di vista per il timore di perdere qualcosa: prestigio, potere, denaro.

3. Uomini e donne della risurrezione

Chiediamo al Signore in questo lunedì di Pasqua di liberarci da tutto questo e di farci diventare uomini e donne dalla risurrezione, senza paura quello che di cattivo perdiamo. E’ a volte doloroso perdere quello a cui siamo attaccati in maniera smodata; quello che perdiamo lo riacquistiamo in una prospettiva più ampia. Ci aiuti il Signore a entrare in questa prospettiva davvero. Intanto celebriamo l'Eucaristia nella quale ancora incontriamo il signore vivo e risorto, che ci dice: “Siate come le donne che vanno ad annunciarmi, non siate con i soldati e non siate come i capi del popolo, che hanno soffocato la resurrezione per i loro interessi”.

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