CON PAZIENZA E SPERANZA
CON PAZIENZA E SPERANZA
Cari fratelli e sorelle,
i giorni trascorrono lenti dentro questa condizione surreale. Mentre vi scrivo è domenica sera 1° marzo, la seconda in cui non è stato possibile celebrare la Messa con la vostra presenza. Il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, pubblicato oggi, stabilisce che le restrizioni valgano fino all’8 marzo. Oggi non sappiamo che cosa succederà dopo questa data: se le misure saranno prorogate o in parte almeno revocate. Abbiano accompagnato al cimitero molti fratelli e sorelle e, tra le altre cose, il non poter stringere le mani o dare un abbraccio ai parenti rappresenta una limitazione molto dolorosa. Questo fatto mi ha indotto a riflettere sulle modalità con cui esprimiamo agli altri la nostra partecipazione ai loro momenti di gioia o di dolore. Quante cose diamo per scontate! E quando non ci sono, come mancano! La privazione di questi giorni forse ci aiuterà a dare maggiore verità ai nostri gesti, ai nostri abbracci e alle nostre strette di mano. Ci aiuterà forse a riflettere sui nostri sorrisi negati, sui nostri sguardi sprezzanti … E ci aiuterà anche a dare la giusta misura alle nostre manifestazioni, che qualche volta appaiono sguaiate, eccessive … Devo confessarvi però anche un timore: che tutto ciò faccia crescere la diffidenza degli uni nei confronti degli altri. Il clima individualista che contraddistingue la nostra epoca già favorisce molto il ripiegamento su noi stessi. Facciamo attenzione che l’attitudine alla diffidenza non metta radici nel nostro modo di vivere. Il contenimento del contagio ci obbliga giustamente ad adottare misure di prudenza, l’importante è che esse non generino una propensione interiore a diffidare pregiudizialmente degli altri. Anche su questo aspetto dovremo lavorare, passata l’emergenza. Il prolungarsi della situazione credo che abbia prodotto poi anche una progressione dal punto di vista spirituale, aiutandoci a passare dalla fase in cui con tutte le forze abbiamo chiesto al Signore che allontanasse questo flagello, alla fase in cui ci abbandoniamo fiduciosi a Lui, che sempre vuole il nostro bene. Vi supplico di non spegnere in voi la luce della fede, facendo vincere il cinismo. La Scrittura ci insegna a “stare saldi nella prova”. Preghiamo gli uni per gli altri perché questo si realizzi. Con affetto