QUARESIMA “SINGOLARE”

  • 29/02/2020
  • Don Gabriele

QUARESIMA “SINGOLARE”

Cari fratelli e sorelle, pensavamo di iniziare la Quaresima di quest’anno celebrando insieme l’Eucaristia col rito dell’imposizione delle ceneri, invece non è stato così. Anche l’adorazione del giovedì sera e la Via Crucis del venerdì non si potranno tenere comunitariamente. Presumibilmente sarà lo stesso anche per la settimana che intercorre tra il 1° e l’8 marzo (ma anche più avanti). Sono certo, tuttavia, che non verrà meno l’unione dei nostri cuori attraverso la fede che si esprime nella preghiera. Questa emergenza non va vissuta con fatalismo, trascinando le ore e i giorni. Facciamo tesoro del tempo che ci è dato. Ci è offerta l’opportunità di riscoprire le relazioni familiari così spesso frastagliate a motivo del turbinio delle attività e degli impegni. Posso immaginare come qualche convivenza domestica non sia del tutto facile: approfittatene per intendervi, per perdonarvi, per ricominciare. Penso agli anziani spesso soli: i familiari, adottando tutte le precauzioni previste delle ordinanze in vigore, non li abbandonino. E’ tanto penoso non sentire più lo schiamazzo dei bambini in strada e le grida dei ragazzi, che accompagnano i colpi del pallone contro la rete dell’oratorio. Ma tutto ciò ritornerà e potremo gioirne con animo rinnovato. Mi preme in questo messaggio suggerirvi alcune modalità per vivere la Quaresima in tempo di “clausura”. 1) Partecipare ogni giorno alla S. Messa teletrasmessa, unendovi spiritualmente a quelle celebrate dai vostri sacerdoti in parrocchia; 2) recitare ogni giorno il Rosario possibilmente con tutti i familiari; 3) percorrere la Via Crucis il venerdì. Questa contingenza ci offre la possibilità di riscoprire la dimensione domestica della Chiesa. Quando – siamo nel 1600 – il card. Laval, in Canada, aveva a disposizione pochi preti, fece in modo di far percepire e vivere alle famiglie la chiamata a tenere vivo in ciascuna di esse il Vangelo: in queste settimane potete farlo anche noi. 4) Offrire le difficoltà di questi giorni con amore (senza rabbia o recriminazioni) come azione penitenziale quaresimale; 5) far sentire la propria voce, attraverso il telefono, a quanti sappiamo essere soli, come gesto di carità. Quanto al forzato “digiuno eucaristico”, possiamo viverlo come un’opportunità per riscoprire la “fame” di unirci al Signore. Dice s. Paolo nella prima lettera ai Corinti: “Chi si unisce al Signore forma con lui un solo spirito” (1 Cor 6,17). Chissà quante volte abbiamo vissuto con leggerezza il comunicarci al Corpo e al Sangue del Signore, senza renderci conto di ciò che si realizza in noi. Santa Teresa d’Avila, grande amica di Gesù e mistica del ‘500, dice “grandi misteri avvengono nel nostro interno al momento della Comunione!” (RS 57). E S. Teresa Benedetta della Croce, morta martire ad Auschwitz, afferma che al momento della Comunione l’anima di Gesù si unisce alla nostra anima. Per questo risorgeremo! Questo digiuno ci deve aiutare ad avere “fame” del Signore. Restiamo uniti nella preghiera, che vuole raggiungere anche i nostri defunti e le loro famiglie nel dolore, i contagiati dal virus che gradualmente stanno migliorando, i medici e tutto il personale sanitario che si stanno davvero spendendo in questa emergenza, le istituzioni e le forze dell’ordine che ci indirizzano. Raccomando, per finire, di attenersi scrupolosamente alle indicazioni che ci sono state offerte per arginare il contagio: è chiamata in causa la responsabilità di ciascuno per il bene di tutti. Spero di rivedervi presto!

Ultime News

18/04/2025

Omelia del Parroco durante la Missa in Coena Domini

12/04/2025

LA VIGILANZA DEL GIOVEDI’ SANTO PER COMBATTERE L’INSENSIBILITA’ VERSO DIO E VERSO IL MALE DEL MONDO

05/04/2025

IL PELLEGRINAGGIO GIUBILARE DI DOMENICA 6 APRILE ALLA CATTEDRALE

29/03/2025

FONDO DIOCESANO DI SOLIDARIETA’