Omelia del parroco nella s. Messa del 31 dicembre 2019 con canto del Te Deum e resoconto dell'anno
Cari fratelli e sorelle.
1. Sono le ultime ore del 2019. Se ne va un altro anno carico di aspettative, di eventi, di successi, di fallimenti, di vittorie della grazia e di peccati. Un’altra pagina del libro della storia e del libro della vita di ciascuno di noi che si volta. Può essere che faccia capolino un po’ di malinconia, un po’ di tristezza, soprattutto in coloro che quest’anno hanno visto allontanarsi qualcuno dei propri cari, che è tornato alla casa del Padre, o in quanti hanno visto la propria famiglia cedere sotto il peso delle incomprensioni o in chi non è stato risparmiato dalla malattia. Avvolgiamo tutti del nostro affetto e della nostra preghiera. Fra poche ore inizierà un nuovo anno: guardiamolo con fiducia come tempo donatoci da Dio per “le opere buone che Egli ha predisposto perché le praticassimo”.
Dentro il tempo è nato l’Eterno e così lo ha sottratto a Kronos, il dio che la mitologia aveva creato per descrivere l’ineluttabilità del trascorre del tempo che divora la nostra vita, trasformandolo in Kairos, cioè tempo di salvezza. Sicché lo scorrere dei giorni non ci spaventa più perché ci ricorda che la “nostra patria è nel cielo”, cioè c’è un futuro buono che ci attende. E così siamo pieni di speranza.
L’Eterno è nato nel tempo dalla Vergine Maria, che noi oggi veneriamo Madre di Dio: a lei, alla quale abbiamo consacrato la nostra parrocchia il 6 ottobre scorso, guardiamo come stella, secondo la celebre invocazione di San Bernardo, per non smarrirci e per non disperare.
2. L’Eucaristia, che è sempre rendimento di grazie, raccoglie in sé la gratitudine per tutti i doni che il Signore ci ha fatto nel corso di questo anno. La capacità di dire “grazie” ci qualifica come persone “pensanti”, gente che si accorge di essere continuamente gratificata da una serie di doni a dir poco impressionante. La capacità di dire “grazie” appartiene all’età adulta della vita, che riesce a percepire come l’intreccio delle relazioni, a partire da quella fondamentale con Dio, ci faccia oggetto – come scrive S. Paolo ai Colossessi – di sentimenti di tenerezza, di bontà, di grandezza d’animo, di solidarietà, di perdono. Non perdiamo la capacità di dire grazie perché essa ci sottrae alla tirannia del pensiero che “tutto ci è dovuto”, che ci impedisce di gioire per i doni ripetuti ma sempre nuovi. Non attendiamo di non averli più questi doni per renderci conto di esserne stati così largamente gratificati.
3. Rendiamo grazie, innanzi tutto, per la vitalità della Chiesa di Dio, sposa amata del suo Figlio, sempre animata e sospinta sul mare della storia dal soffio dello Spirito Santo. Ecclesia semper reformanda; cioè la Chiesa si deve sempre riformare. Anche oggi quindi Essa è impegnata in questo processo: a volte sotto l’impietoso scalpello dell’opinione pubblica, non sempre sufficientemente informata, la quale, tuttavia, “tenendoci – per così dire – sulla corda”, ci sospinge ad essere sempre più secondo il Vangelo. D’altra parte, lo sforzo che la Chiesa sta facendo per purificarsi al suo interno diventa invito ad altre organizzazioni affinché si sforzino anch’esse a purificarsi e a diventare trasparenti, rifuggendo dalla tentazione moralistica di scaricare su un unico capro espiatorio problemi che riguardano in maniera trasversale ogni agglomerato umano, a partire dalle singole famiglie, anche in maniera molto più accentuata.
Rendiamo grazie a Dio per la vita della nostra Diocesi di Lodi, in tutte le sue componenti. Il cammino sinodale da poco avviato, sul finire della Visita Pastorale del Vescovo, ci induce a sperare nel rilancio della vitalità della nostra Chiesa particolare, affinché possa rispondere con umile ardimento al rinnovato invito del Signore: Duc in altum, cioè a prendere il largo e a gettare le reti, sulla parola di Gesù, per una rinnovata pesca miracolosa.
Rendiamo grazie perché il Signore ha condotto per mano anche quest’anno la nostra parrocchia. L’Eucaristia della domenica e delle altre feste ci ha convocato molte volte: qui ci siamo edificati come comunità, attraverso il Corpo di Cristo, che ci fa essere suo corpo nella storia. Resta il rammarico per quanti ancora disertano questo incontro o lo vivono come un fatto privato, ricadendo nella logica individualistica di “soddisfare il precetto”, intendendo cioè la Messa come una questione da risolvere solamente con Dio, a prescindere dalla comunità e sentendosi liberi – e a posto – se disertano abitualmente la Messa della propria parrocchia.
Rendiamo grazie al Signore per la celebrazione del sacramento della Riconciliazione, in cui riceviamo il perdono del Signore e ci riconciliamo anche con la Chiesa, che abbiamo ferito con i nostri peccati. C’è ancora molto da fare affinché questo sacramento diventi davvero una “celebrazione” del perdono di Dio a cui si giunge dopo una preparazione che lo fa diventare infine anche gustoso e non solamente faticoso.
Rendiamo grazie per il 19 bambini rinati a vita nuova nel Battesimo; per i 31 bambini che per la prima volta si sono accostati al sacramento della riconciliazione; per i 33 bambini che hanno ricevuto per la prima volta il Corpo del Signore, per i 37 ragazzi a cui è stato amministrato il sacramento della Cresima; per i 9 quattordicenni che hanno fatto la professione di fede e per i 10 diciottenni che l’hanno rinnovata.
Come vedete i ragazzi e i giovani della professione di fede sono poco numerosi. Inutile dire quanto ci preoccupa la condizione giovanile della nostra parrocchia e del nostro paese. Domani, alla Messa della Pace, aggiungerò qualche ulteriore pensiero. Questa sera basti dire che continueremo a lavorare perché l’orizzonte del Vangelo offra a questi giovani il senso che vanno a cercare qui e là, magari anche con la trasgressione, ma non riescono a trovare.
Ringraziamo e preghiamo per le 6 coppie di fidanzati che si sono unite in matrimonio. Nuovamente faccio appello ai conviventi e agli sposati solo civilmente affinché non accantonino la necessaria riflessione sul fatto che la loro condizione di battezzati richiede che l’unione con il proprio compagno e la propria compagna possa essere raggiunta dalla grazia sacramentale del matrimonio.
Affidiamo nuovamente al Signore i 57 tra sorelle e fratelli che sono tornati alla sua casa, pregando soprattutto per i familiari che fanno fatica ad elaborare questo lutto: per essi chiediamo il dono della fede che porta consolazione, perché nella comunione dei Santi i nostri cari non sono separati da noi, e verso la dimora in cui essi si trovano noi stiamo camminando.
Rendiamo grazie anche per il graduale risanamento economico dei conti della comunità parrocchiale. A tal proposito, vi rendo noto che la disponibilità economica della parrocchia alla data di oggi è pari ad Euro 51.550,00. Il debito è di Euro 162.888,00 ed è rappresentato dall’unico mutuo, in scadenza nel 2026, la cui rata mensile è pari ad Euro 2.234.
Segnalo che lo scorso anno - alla data di oggi - il debito ammontava ad Euro: 197.575,00. In un anno abbiamo avuto un recupero di Euro 34.687.
Come vedete, il processo di risanamento continua, se si considera che a far data al 1° ottobre 2012, cioè 7 anni fa, esso era stimato in Euro 815.575 e al 31 dicembre 2015, cioè 3 mesi dopo il mio ingresso come parroco era pari ad Euro 472.521,19
Nell’anno che si sta chiudendo, la nostra parrocchia ha devoluto la cifra di Euro 13.220 a favore di opere caritative e di evangelizzazione, attraverso le diverse raccolta per giornate nazionali, diocesane e straordinarie. Vi segnalo, inoltre, che per il forno del pane per la gente di padre Enrico Uggè la raccolta qui a Castiglione ha fruttato 3.000 Euro, a cui si aggiungono i 1.000 Euro della parrocchia di Terranova.
Per quel che concerne il restauro dell’organo, abbiamo già saldato ai restauratori della cassa lignea e della sezione fonica la somma di Euro 156.156,56. Mi fa piacere inoltre informarvi che abbiamo partecipato con frutto ad un Bando Regionale per il restauro del nostro Serassi, ottenendo un finanziamento di Euro 150.000. C’è dunque ancora un piccolo sforzo da fare, nell’attesa di sentirlo nuovamente suonare in occasione della festa dell’Assunta 2021.
Il ringraziamento dell’Eucaristia si prolungherà questa serra nel Te Deum, cantato da generazioni e generazioni, al quale si uniscono le nostre umili e commosse voci perché il Signore è davvero buono e grande nell’amore.