E’ LUI LA NOSTRA PACE!
E’ LUI LA NOSTRA PACE!
E’ LUI LA NOSTRA PACE!
Questa frase, tratta dalla lettera agli Efesini di San Paolo, ben si addice a questi ultimi giorni dell’anno civile, mentre viviamo con gioia il Natale del Signore e ci accingiamo a celebrare la Giornata Mondiale della Pace. Egli è la nostra pace! San Leone Magno commenta, asserendo esplicitamente che il Natale del Signore è il natale della pace (cf Disc. 6 per il Natale 2-3,5, PL 54,213-216). Ciò ci conduce innanzi tutto ad affermare allora che la pace è possibile, perché in Cristo la pace è donata. Del resto, che la pace sulla terra sia possibile lo abbiamo appreso direttamente dagli angeli la notte di Natale: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli, e pace in terra agli uomini che egli ama”. La pace dunque è donata. Ma come ogni dono di Dio, essa deve essere accolta. Infatti i doni possono anche essere rifiutati. Ancora una volta è chiamata in causa la nostra libertà. Io ti faccio il dono della pace – è come se il Signore ci dicesse – ma sta a te accoglierla o meno. Risulta abbastanza chiaro, di conseguenza, che l’accoglienza del dono della pace si traduce nella costruzione della pace. La pace inizia dal cuore: è lì che il Signore la mette: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” (Gv 14,27) ci ha detto Cristo prima della sua pasqua. E sempre nei discorsi cosiddetti di addio ha asserito: “Vi ho detto queste cose perché abbiate pace in me” (Gv 16,33). La pace parte dal cuore che vive una profonda relazione col Signore. Poi si traduce nelle opere di pace che creano un tessuto dentro il vivere comunitario. Fra queste opere, la principale è certamente la giustizia, infatti senza giustizia non c’è pace; ma anche il perdono fa parte delle opere della pace. In uno dei messaggi per il 1° gennaio, San Giovanni Paolo II scriveva: “Non c’è pace, senza giustizia, non c’è giustizia senza perdono”. Non è immediatamente comprensibile questo assioma, perché non abbiamo ancora imparato a concepire la ricaduta sociale del perdono: lo riteniamo una faccenda puramente privata. Tuttavia non è così. Il perdono non travolge la giustizia. Esso è il nucleo, possiamo dire, della giustizia perché crea le condizioni della vera riconciliazione, senza le quali la giustizia rischia di risolversi in una pura questione tecnica. Anche quest’anno il Papa ha indirizzato alla Chiesa e al mondo il suo messaggio dal titolo: “La pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione e conversione ecologica”. Esso sarà oggetto delle nostra riflessione nella giornata del 1° gennaio, ma fin da ora vogliamo disporci ad accogliere cordialmente ciò che il Sommo Pontefice ci indica per il nostro cammino personale e comunitario.