Un sacco pieno di misericordia

  • 20/12/2015
  • Don Gabriele

Cari parrocchiani,

il Natale di quest’anno è il Natale dell’Anno Giubilare della misericordia, iniziato l’8 dicembre con l’apertura della Porta Santa in San Pietro, per la Chiesa universale, e il 13 dicembre con l’apertura della Porta Santa nella nostra cattedrale, per la nostra Chiesa locale. Non si fa fatica a leggere il mistero della nascita del Redentore dentro la categoria della misericordia. Con un’immagine inusuale San Bernardo, descrivendo il Natale, si è espresso in questi termini: “Dio Padre ha inviato sulla terra un sacco, per così dire, pieno della sua misericordia; un sacco che fu strappato a pezzi durante la passione perché ne uscisse il prezzo che chiudeva in sé il nostro riscatto; un sacco certo piccolo, ma pieno, se ci è stato dato un Piccolo (cfr. Is 9, 5) in cui però "abita corporalmente tutta la pienezza della divinità" (Col 2, 9). Quando venne la pienezza dei tempi, venne anche la pienezza della divinità. Venne Dio nella carne per rivelarsi anche agli uomini che sono di carne, e perché fosse riconosciuta la sua bontà manifestandosi nell'umanità. Manifestandosi Dio nell'uomo, non può più esserne nascosta la bontà” (Disc. 1 per l'Epifania, 1-2; PL 133, 141-143). Se si legge attentamente la citazione ci si accorgerà che San Bernardo fa transitare il concetto di misericordia in quello di bontà. Dio infatti è buono, è amabile e il Natale ci fa toccare con mano questa bontà. Continua poi San Bernardo: “Quale prova migliore della sua bontà poteva dare se non assumendo la mia carne? Proprio la mia, non la carne che Adamo ebbe prima della colpa. Nulla mostra maggiormente la sua misericordia che l'aver egli assunto la nostra stessa miseria. Signore, che è quest'uomo perché ti curi di lui e a lui rivolga la tua attenzione? (cf Salmo 8, 5; Eb 2, 6). Da questo sappia l'uomo quanto Dio si curi di lui, e conosca che cosa pensi e senta nei suoi riguardi. Non domandare, uomo, che cosa soffri tu, ma che cosa ha sofferto lui. Da quello a cui egli giunse per te, riconosci quanto tu valga per lui, e capirai la sua bontà attraverso la sua umanità. Come si è fatto piccolo incarnandosi, così si è mostrato grande nella bontà; e mi è tanto più caro quanto più per me si è abbassato”. Qual è la risposta migliore che possiamo dare noi, celebrando il Natale di quest’anno? Certamente fare nostro il motto dell’Anno Santo: “Misericordiosi come il Padre”. Essere buoni davvero, buoni perché Dio è buono. Non è debolezza includente perché sta nell’imitazione di Dio la somma della perfezione. Auguri, cari fratelli e sorelle. Possiate sperimentare ancora la bontà di Dio in questo Natale e gli altri possano sperimentare la vostra bontà!

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