NATALE È UN “FATTO” NON UN MITO. INVITO A PENSARE

  • 16/12/2018
  • Don Gabriele

NATALE È UN “FATTO” NON UN MITO. INVITO A PENSARE

Cari fedeli, l’anno scorso, in prossimità del Natale, il filosofo Massimo Cacciari, senza dubbio un intellettuale mi pare non conformista del nostro tempo, ha acconsentito ad essere intervistato da una nota testata nazionale sul Natale e ha sbottato asserendo che “sono i cristiani i primi ad aver abolito il Natale”. E poi, per giustificare il suo dire, ha allegato la cronaca di episodi mortificanti: la scuola che abolisce il presepe nel segno del politicamente corretto, il parroco che ha paura di celebrare la messa di mezzanotte, la comunità che rinuncia ai canti tradizionali per non urtare l'altrui sensibilità. Alla domanda se la sua affermazione fosse una provocazione ha risposto: «No, la verità è che l'indifferenza regna sovrana e avvolge un po' tutti: i laici e i cattolici». E ha aggiunto: «Io che non sono credente mi interrogo: c'è un simbolo che ha dato un contributo straordinario alla nostra storia, alla nostra civiltà, alla nostra sensibilità? Il cristianesimo è una parte fondamentale del mio percorso, della mia vicenda, è qualcosa con cui mi confronto tutti i giorni. Sembra, invece, che laici e cattolici – aggiunge – oggi balbettino davanti all’evento – il Natale – perché non riflettono, perché non fanno memoria di questa storia così sconvolgente. Dio che si fa uomo. Non Dio che stabilisce una relazione con gli uomini, ma Dio che viene sulla terra attraverso Cristo. Vertiginoso». Il guaio, dice l’intellettuale, «è che la nostra società è anestetizzata, il Natale è diventato una favoletta, una specie di raccontino edificante che spegne le inquietudini. Il laico non si lascia scalfire da questo scandalo; l'insegnante di religione non trasmette più la forza di questa storia, ma se la cava con una spruzzata di educazione civica e il prete, spesso e volentieri, declama prediche, comode comode e rassicuranti, che sono un invito all'ateismo. Si è perso l'abc. La prima distinzione – dice Cacciari – non è fra laico e cattolico, ma fra pensante e non pensante. Se uno pensa, come pensava il cardinal Martini, allora si interroga e se si interroga prima o poi viene affascinato dal cristianesimo, dal Dio che si fa uomo scandalizzando gli ebrei e l'Islam. Manca il brivido davanti a una vicenda così grande, incommensurabile. Io vedo nei musei le scolaresche che sostano davanti ai quadri con soggetto religioso. Questi giovani ricevono nozioni di natura estetica, ma poi se ti avvicini e chiedi loro: chi è quel santo? È il Battista? È Paolo? È Giovanni? Ti guardano con occhi sbarrati, non sanno nulla, sono smemorati come il nostro tempo». Così Cacciari.

Ecco, cari fedeli, avvicinandosi il Natale, io vi chiedo di pensare, di riflettere, di non affogarlo in una melassa di buoni sentimenti, di cenoni, di pranzi e di evasioni. Grazie a Dio non sono pochi nella nostra comunità coloro che “pensano” sul serio, riflettono, vanno a fondo, ma la maggioranza è superficiale. Avvicinandosi il Natale, io chiedo a tutti di “pensare”, di mettersi davanti a questo evento, a questo fatto, per farsi “toccare”. Lo dico soprattutto ai giovani, che vedo spesso annoiati, eppure sono pieni di potenzialità. Il Natale è un’opportunità anche per voi! Ad un certa età non vale più la comoda scusa che la religione, la fede, il Natale ti è stato presentato male. No, caro o cara, tocca a te. Pensa e vedrai che il Natale è davvero un’opportunità anche per te. E, come ho detto per l’Avvento, anche il Natale di quest’anno è unico, non torna più. Lo vogliamo vivere nel migliore dei modi.

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