“E’ ORMAI TEMPO DI SVEGLIARVI DAL SONNO” (ROMANI 13, 11-14). INIZIA L’AVVENTO

  • 01/12/2018
  • Don Gabriele

“E’ ORMAI TEMPO DI SVEGLIARVI DAL SONNO” (ROMANI 13, 11-14). INIZIA L’AVVENTO

Cati fedeli, inizia l’Avvento!

Ho scelto le parole che S. Paolo indirizza ai cristiani che vivevano a Roma, nel cuore dell’Impero, per sottolineare l’esigenza di uno scossone, che è ben simboleggiato dall’idea di “svegliarci dal sonno”. L’Avvento significa e realizza un nuovo inizio: ricomincia l’anno della Chiesa e questo “ricominciare” si collega con la venuta di Colui che ricapitola in sé tutte le cose. Il nostro “ricominciare” non significa ripercorrere in maniera circolare (cerchio su cerchio) e monotona ciò che già conosciamo. No, noi cominciamo un percorso nuovo, perché l’anno della Chiesa non gira su se stesso e non ritorna al suo punto di partenza. L’anno della Chiesa segna una progressione in quel cammino ellittico che dal cerchio più esterno – di anno in anno – ci porta a percorrere il cerchio sempre più piccolo, fino ad arrivare al centro dell’ellissi, che è il momento in cui il Signore Gesù tornerà nella gloria e il mondo come lo conosciamo finirà, tutti risorgeremo col nostro corpo e – come dice sempre San Paolo – “staremo sempre col Signore”. A che punto dell’ellissi siano giunti? Non lo sappiamo. Sappiamo però che il Signore verrà e dobbiamo prepararci all’incontro. Chi “dorme” non è pronto a nulla e può essere solo sorpreso dagli eventi. Chiediamoci: che cosa significa “sonno” nelle parole usate dall’apostolo Paolo? Per rispondere, dobbiamo proseguire la lettura della lettera ai Romani. Egli dice: “La notte è avanzata, il giorno è vicino. Perciò gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce”. Quali sono le opere delle tenebre? Paolo risponde: “Orge e ubriachezze, lussurie e impurità, litigi e gelosie”. Detto in altri termini: tutto ciò che ci trascina verso il basso, dove “impazza la carne”, che si esprime soprattutto nella lussuria, cioè nella “dipendenza” dal sesso, dalla droga, dal gioco di azzardo, dall’avaria, dalla cupidigia, dalla gola, da tutti i vizi capitali; e nell’inimicizia, cioè nel pensare male degli altri, nel fare male agli altri (anche con la maldicenza), nell’emarginarli, nel vendicarsi, nel covare rancore, nella non-volontà di perdonare …. L’apostolo Paolo, mentre ci dice di svegliarci dal sonno e di non seguire le opere delle tenebre, aggiunge: “Indossiamo le armi della luce”. E quali sono queste armi? S. Paolo lo spiega nella lettera agli Efesini, che abbiamo meditato nelle lectiones divinae dell’Avvento 2017. Sono: la cintura della verità, la corazza della giustizia, i calzari dell’annunzio del Vangelo, lo scudo della fede, l’elmo della salvezza, la spada della Parola di Dio. Più sinteticamente, S. Paolo dice che ci “dobbiamo rivestire di Cristo”. La nuova veste da indossare cioè è Cristo stesso, così da modellarci totalmente su di lui. Abbiamo dunque delineato il cammino per il nostro Avvento 2018: lasciare le opere delle tenebre e indossare le armi della luce. Oltre a ciò che ho detto sopra, ciascuno di noi verifichi se stesso: quali sono le opere tenebrose che devo abbandonare? Quali sono le armi della luce che mi servono? Dentro di noi la lotta tra tenebre e luce è continua, ma si parte da una certezza: è la luce che ha vinto e perciò solo chi sceglie la luce avrà parte a questa vittoria. Chi sceglie le tenebre, anche se pare vinca, ha già perso. Il tempo di Avvento ci renda sapienti, perché sappiamo approfittare dell’ora presente.

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