Omelia del Parroco al termine della processione del Corpus Domini 19 giugno 2022

  • 20/06/2022
  • Don Gabriele

1. Con questa celebrazione concludiamo l’anno pastorale 2021/2022. Lo facciamo professando ancora una volta la nostra fede, umile e certa, nella presenza del Signore Gesù Cristo che ci accompagna col sacramento del suo Corpo e del suo Sangue: l’Eucaristia. Un accompagnarci che è molto di più di ciò che abitualmente succede quando uno accompagna un altro. Infatti il Signore Gesù non è semplicemente accanto a noi, ma in questo sacramento Egli è in noi, secondo le sue parole: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui”. Ecco perché l’azione pastorale della Chiesa, e di quella espressione locale della Chiesa che è la parrocchia, non può essere altra che questa: creare le condizioni per cui Gesù Cristo viva in me ed io in lui. Perciò azione pastorale per eccellenza della parrocchia è condurre tutti a vivere “il giorno del Signore” – secondo il “ritmo degli otto giorni” – con la partecipazione alla S. Messa e la S. Comunione. Non c’è altra azione ecclesiale che venga prima di questa per importanza. Ci abbiamo lavorato e ci lavoreremo ancora in seguito, ricordando anche che questa è tra le priorità del nostro Sinodo Diocesano.

2. Questa sera vorrei ringraziare – a nome della comunità – tutti coloro che offrono tempo, energie e cuore alla vita pastorale della nostra parrocchia. Ci siamo abituati alla presenza gli uni degli altri e corriamo il rischio di dare quasi per scontato l’operare di molti. Ma se qualcuno viene meno ne avvertiamo subito la mancanza, rendendoci conto della preziosità del contributo di ciascuno.

Pensiamo innanzi tutto alla Liturgia, nella quale Dio è glorificato e noi siamo santificati. Pensiamo a quanti sono al servizio di questa dimensione essenziale della parrocchia: cantori dei quattro gruppi, lettori, ministranti, addetti alla sacrestia, alla tenuta delle chiese e all’organizzazione dei vari servizi.

Pensiamo a coloro che sono al servizio della catechesi: tutti i catechisti e gli aiuto catechisti; tutti coloro che in un modo o nell’altro contribuiscono a tenere vivo e vitale questo settore della vita parrocchiale.

Pensiamo a quanti servono gli altri nel settore della carità: il Centro di Ascolto, il Centro S. Bernardino, la scuola di italiano, “Compiti insieme”, “Famiglia aiuta famiglia”.

Pensiamo a coloro che offrono il loro generoso servizio per la vita dell’oratorio in diversi settori: dall’animazione, alla vigilanza, alla manutenzione.

Pensiamo a coloro che appartengono alle associazioni e ai vari gruppi parrocchiali ed esprimono la variegata sinfonia della diverse sensibilità della nostra parrocchia.

Pensiamo a coloro che offrono il loro consiglio nel Consiglio Pastorale, in quello per gli Affari Economici e dell’Oratorio.

Il ringraziamento è per tutti, senza dimenticare i sacerdoti che rinnovano, attraverso la celebrazione della Messa e dei sacramenti, la presenza del Signore in mezzo a noi, e le suore, che esprimono la vitalità del loro istituto in molti modi e sono segno di una vita consacrata a Dio, memoria del nostro futuro.

3. Un anno pastorale si conclude, ma già guardiamo al prossimo, nel quale saremo chiamati in modo particolare a fare nostre le indicazioni del XVI Sinodo della Chiesa di Lodi. Nessuna stanchezza ci prenda e nessuno abbandoni l’impegno fin qui profuso. Continuiamo a servire il Signore e i fratelli con umile determinazione, anche in mezzo a qualche delusione e a qualche prova. L’unica nostra vita vale nella misura in cui si ama e ci si spende. Solo l’amore genera vita nuova: lo vediamo bene nella perenne fecondità dell’Eucaristia.

4. Partecipa a questa liturgia il Sindaco, nuovamente eletto, col Consiglio Pastorale. Gli facciamo gli auguri affinché il suo servizio sia all’altezza delle legittime aspettative. Come è stato scritto sul Notiziario parrocchiale, la parrocchia offre la propria collaborazione a chiunque sia stato eletto dalla volontà popolare. Chiediamo all’Amministrazione Comunale la stessa collaborazione e la preghiamo di tenere presente la rilevanza anche sociale della comunità parrocchiale. La Chiesa e la parrocchia non cercano alcun privilegio, ma domandano – per il bene di tutti – che la rilevanza sociale della propria presenza sia tenuta in debita considerazione, a partire da quelle realtà che più immediatamente hanno positiva ripercussione sul tessuto del nostro vivere insieme, quali sono l’oratorio e la scuola materna parrocchiale.

5. Ora, a suggello di questa nostra preghiera, riceviamo la benedizione Eucaristica, che il suono delle nostre campane porterà in ogni angolo del paese e speriamo che ad essa ogni cuore si apra.

don Gabriele

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