GRATITUDINE
GRATITUDINE
A tutti coloro che hanno sostato lungamente dinanzi al SS. Sacramento nei giorni delle Ss. Quarantore. La preghiera è fonte di vita nuova per la salvezza del mondo. Chi si dedica ad essa esprimere gratitudine al Signore per i doni che con larghezza sempre ci accorda; apre spazi di luce nel cammino a volte tenebroso della storia a causa delle scelte scellerate degli uomini; impetra grazia per tutti, anche per chi si è “scollegato” dal mistero santo di Dio. Anche quest’anno siamo riusciti a mantenere l’esposizione prolungata dell’Eucaristia per quattro giorni, pure all’ora dei pasti. Mi sono accorto, però, che le “forze calano” sia perché alcuni fedelissimi sono andati a vedere il Signore faccia a faccia sia perché le nuove generazioni non sono state educate alla preghiera di adorazione. Una certa delusione per l’assenza di intere famiglie, di tradizione – diciamo – cattolica. Questo lento scivolare nell’indifferenza rispetto a Gesù Cristo è preoccupante, perché viene inesorabilmente sostituito con surrogati, che si trasformano in idoli. E non c’è bisogno di allegare esempi. Del resto il Signore Gesù lo aveva detto: “Se il Figlio vi farà liberi sarete liberi davvero” (Gv 8,36). Ho paura di questa indifferenza religiosa perché intacca l’umano. Un vago riferimento a Gesù Cristo, se non si traduce nei gesti della fede (che sono la Messa alla domenica, la preghiera, l’aiuto ai poveri, la testimonianza, la partecipazione alla vita della comunità cristiana – e non in maniera disgiuntiva, ma unitaria) è pari a nulla.
don Gabriele