A PROPOSO DELL’INDEGNA MANIFESTAZIONE DI APERTURA DELLE OLIMPIADI A PARIGI (tratta da un articolo della scrittrice Susanna Tamaro)

  • 31/08/2024
  • Don Gabriele

A PROPOSO DELL’INDEGNA MANIFESTAZIONE DI APERTURA DELLE OLIMPIADI A PARIGI (tratta da un articolo della scrittrice Susanna Tamaro)

“La rappresentazione fintamente audace di Parigi è il sigillo di una società che ha totalmente perso la concezione del bene e del male e si è smarrita in una pericolosa deriva moralistica. Non essendoci il male, non è più necessaria alcuna forza per combatterlo. Bastano i buoni sentimenti - l’inclusione, la tolleranza, la benevolenza appunto - ma i buoni sentimenti senza una radice profonda nel bene sono una realtà evanescente. In questi anni abbiamo assistito alla loro trasformazione da innocue esortazioni da vecchia maestra - siate buoni - all’esercizio di una tirannia coercitiva sempre più incalzante. E l’abominevole parto del linguaggio politicamente corretto è un frutto di questa trasformazione. Dobbiamo essere tolleranti, dobbiamo essere inclusivi, dobbiamo adeguarci alla fluidità per non essere estromessi dal consesso della nuova civiltà. Con la scomparsa del bene e del male, è stato celebrato il funerale dell’etica. Non dobbiamo più caricarci sulle spalle il pesante fardello del libero arbitrio e della coscienza, ma farci soltanto trascinare da questa informe marea pagana. […] Altro che laicità. L’inclusione è in tutto e per tutto una nuova religione, con i suoi riti, i suoi diktat e le sue squadre di sacerdoti moralisti in grado di colpire e distruggere tutti coloro che non si adeguano. Siamo in molti ormai ad essere esasperati da questo nuovo culto. Culto imposto dal mondo anglosassone e totalmente estraneo alla nostra civiltà mediterranea, nel quale non ci riconosciamo, al quale non vogliamo prostrarci e del quale siamo in grado di vedere i danni prodotti sui bambini e sui giovani, convinti ormai che la loro identità di esseri umani non sia determinata dal dialogo costante tra la mente e il cuore, ma da quello che hanno, che non hanno o che vorrebbero avere tra le gambe. L’asticella sale di anno in anno e questo dovrebbe allarmare tutte le persone davvero laiche, altrimenti prestissimo arriverà un giorno in cui mi sveglierò convinta di essere un pastore tedesco - ho sempre sognato di essere Rin Tin Tin - e pretenderò che questo venga trascritto sui documenti. E quando, con questi, mi presenterò alle mostre canine e non mi faranno partecipare, griderò all’esclusione. Chi può negarmi il diritto di essere cane? La realtà c’est moi”. Così la Tamaro. Come vostro pastore mi sento di mettere in guardia verso lo scivolamento in questo modo di pensare. La catastrofe educativa è sotto gli occhi di tutti. Come comunità cristiana dobbiamo da una parte denunciare questa deriva e dall’altra educare ad un vero umanesimo, che trova le sue radici nel Vangelo. La volontà di proporre ideali e modelli conformi a questo umanesimo deve rappresentare una costante della nostra proposta educativa, senza cedere a questa cultura decadente che è prodromica al decadimento della società stessa.

Il vostro parroco

Don Gabriele

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